Il 22 agosto 2009 rimane una data impressa nella memoria collettiva non solo del Bellunese, dove si consumò la tragedia, ma anche della provincia di Frosinone, che quel giorno perse uno dei suoi figli migliori. Alle ore 15.04, in località Rio Gere a Cortina d’Ampezzo, precipitava l’elicottero del SUEM 118 di Pieve di Cadore, portando via con sé quattro vite preziose dedicate al soccorso in montagna.
Tra le vittime di quella missione fatale c’era Fabrizio Spaziani, medico originario della terra ciociara che aveva fatto della propria professione una missione umanitaria. A quasi 16 anni di distanza, la provincia di Frosinone è ancora memore della scomparsa di questo figlio di questa terra, che ha lasciato un’eredità di dedizione e altruismo che continua a ispirare colleghi e concittadini.
Il tragico volo del Falco I-REMS
L’elicottero AgustaWestland A109S, denominato Falco I-REMS, era impegnato in una missione di ricognizione e perlustrazione alla base del Monte Cristallo. L’equipaggio stava cercando possibili infortunati lungo il fronte di una frana quando il destino si abbatté inesorabile su quegli uomini coraggiosi.
L’impatto con i cavi elettrici di media tensione a servizio degli impianti di risalita della zona provocò il distacco del rotore principale e dell’intera trasmissione. L’elicottero, privo di controllo, precipitò nel sottostante torrente dopo circa 50 metri di volo inanimato, trasformando una missione di soccorso in una delle tragedie più dolorose nella storia del soccorso alpino italiano.
Sul colpo persero la vita quattro persone: il pilota Dario De Filip, il tecnico del Soccorso Alpino Stefano Da Forno, il medico Fabrizio Spaziani e il tecnico aeronautico Marco Zago, tutti appartenenti al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. Un episodio che ancora oggi rappresenta una ferita aperta per chi ha vissuto quel giorno di sgomento e tragedia.
Fabrizio Spaziani: un frusinate doc al servizio della montagna
Fabrizio Spaziani era nato nel 1963 a Frosinone e aveva 46 anni al momento della scomparsa. Nonostante avesse scelto di lavorare lontano dalla sua terra d’origine, presso il SUEM 118 di Pieve di Cadore nel Bellunese, non aveva mai dimenticato le sue radici.
Il medico frusinate era diventato una figura di riferimento nel soccorso alpino ed elisoccorso. Non si limitava a curare i feriti: era anche un esperto alpinista e faceva parte dell’equipaggio specializzato del CNSAS. La sua competenza era riconosciuta ben oltre i confini regionali, tanto da ricoprire il prestigioso ruolo di direttore della scuola sanitaria del Soccorso Alpino.
In questa veste, Spaziani formava generazioni di soccorritori, trasmettendo non solo le competenze mediche ma anche quei valori di dedizione e solidarietà che lo caratterizzavano profondamente. Le cronache dell’epoca lo descrivono come un professionista generoso e profondamente legato alla montagna, un uomo che aveva fatto della propria vita una missione al servizio degli altri.
L’eredità di un eroe: l’ospedale che porta il suo nome
Il sacrificio di Fabrizio Spaziani non è stato dimenticato dalla sua terra d’origine. Nel dicembre 2010, la provincia di Frosinone ha voluto rendere omaggio al suo figlio illustre intitolando a suo nome il nuovo ospedale di Frosinone, che ha sostituito il vecchio Umberto I.
L’intitolazione, voluta dalle istituzioni locali, rappresenta molto più di un semplice riconoscimento. Nell’atrio della struttura sanitaria campeggia un busto dedicato al medico, che ogni giorno ricorda a pazienti, familiari e operatori sanitari l’esempio di un uomo che ha pagato con la vita la propria dedizione professionale.
Per il sacrificio supremo compiuto in servizio, a Spaziani e ai suoi compagni di equipaggio è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Civile attraverso un decreto del Presidente della Repubblica datato 1° febbraio 2010. Un riconoscimento che suggella ufficialmente l’eroismo di questi quattro uomini morti per salvare vite umane.
Un ricordo che attraversa i confini geografici
La memoria di Fabrizio Spaziani vive anche nel Bellunese, dove aveva scelto di esercitare la propria professione. Tra Cortina d’Ampezzo e Pieve di Cadore sono numerose le iniziative commemorative che ogni anno ricordano l’equipaggio del Falco. Messe celebrative e borse di studio intitolate ai quattro eroi mantengono viva la memoria di chi ha pagato con la vita il proprio impegno per la sicurezza in montagna.
Le persone che hanno avuto la fortuna di conoscere Spaziani lo ricordano non solo come un medico eccellente, ma anche come un uomo di grande umanità. Era particolarmente legato alla famiglia: viene ricordato con affetto il figlio Giacomo e tutti i suoi cari, che hanno dovuto fare i conti con la perdita di un padre e marito straordinario.
Un esempio che non conosce tempo
A distanza di 16 anni dalla tragedia, il medico frusinate continua ad essere ricordato con tanto affetto da chi ha beneficiato della sua professionalità e del suo altruismo. La sua storia rappresenta un esempio luminoso di come la dedizione al prossimo possa trascendere i confini geografici e temporali.
Fabrizio Spaziani aveva portato i valori della terra ciociara sulle Dolomiti, dimostrando che la solidarietà e il coraggio non conoscono confini. Il suo sacrificio continua a ispirare nuove generazioni di medici e soccorritori, confermando che certi esempi di dedizione al prossimo diventano patrimonio comune di umanità e speranza.
La provincia di Frosinone può essere orgogliosa di aver dato i natali a un uomo che ha fatto dell’altruismo la propria ragione di vita, pagando il prezzo più alto per rimanere fedele ai propri ideali di servizio e dedizione verso il prossimo.