Una notte di urla, schiamazzi, musica a tutto volume e, infine, una violenta rissa tra una ventina di persone. È questo lo scenario che si è consumato due notti fa nel centro di Anagni, a pochi passi dalla centralissima Piazza Innocenzo III. Un episodio che ha visto coinvolti decine di ragazzi e ragazze e che ha lasciato dietro di sé non solo paura e disagi, ma anche un profondo senso di esasperazione tra chi in quella zona vive e lavora.
«È stato un incubo», ha affermato una donna che abita nelle vicinanze all’edizione provinciale de Il Messaggero. Contattata anche da anagnia.com, la donna ha poi raccontato nei dettagli quanto accaduto: «ho chiamato due volte i Carabinieri. La prima volta era l’1.45, la musica era da discoteca, altissima, le case rimbombavano. Poi, quando ho visto la rissa qui sotto, li ho richiamati».
La scena descritta è da film: «una rissa sotto al parcheggio, ragazzi che urlavano, altri che facevano i bisogni contro i muri, in pieno centro storico. A un certo punto persino un signore, esasperato, si è affacciato al balcone e ha urlato “basta! Andatevene via!”. Ma nessuno si è fermato. Sembrava che ci fossero migliaia di persone: chi litigava, chi gridava, chi invocava l’ambulanza. È stata una notte infernale, qui non si è chiuso occhio».
Il proprietario di bed&breakfast che gestisce la sua attività nelle vicinanze del luogo degli scontri ha dovuto fare i conti con le conseguenze immediate del disturbo notturno. «ho dovuto scusarmi e restituire l’importo pagato da un mio ospite che la mattina si era lamentato con me per non essere riuscito a dormire», ha spiegato l’uomo ad anagnia.com.
La preoccupazione dell’operatore turistico va oltre il singolo rimborso: «spero solo che ora non mi faccia anche una recensione negativa», ha aggiunto, evidenziando come episodi di questo tipo possano danneggiare gravemente la reputazione di Anagni come destinazione turistica. In un’epoca in cui le recensioni online possono fare la differenza tra il successo e il fallimento di un’attività ricettiva, ogni episodio di degrado urbano rappresenta un potenziale danno economico per l’intera categoria.
A lanciare un appello è anche il titolare di un altro locale della zona, che evidenzia come il problema non riguardi solo la quiete pubblica ma anche l’immagine della città: «questo modo di comportarsi è devastante, non solo per i residenti ma anche per chi lavora rispettando le regole. È una mancanza di rispetto che ricade su tutti gli operatori commerciali e danneggia l’attrattiva turistica di Anagni. Se vogliamo che la città cresca e sia accogliente, servono regole e controlli seri».
Le parole dell’esercente mettono in luce un problema più ampio: la convivenza tra vita notturna e rispetto della quiete pubblica. «chi lavora onestamente e rispetta le norme si trova penalizzato da comportamenti incivili che danneggiano l’intera comunità», ha spiegato, chiedendo maggiori controlli e una più efficace prevenzione.
Il degrado urbano, con vicoli trasformati in bagni a cielo aperto e risse notturne che lasciano il segno sulla serenità dei residenti, apre interrogativi seri sulla gestione del territorio e sulla tutela di famiglie, anziani e bambini che vivono nel centro storico.
L’episodio di Anagni si inserisce in un contesto nazionale di crescente attenzione verso i fenomeni di violenza giovanile e degrado urbano nei centri storici. La sfida per le amministrazioni locali è quella di trovare un equilibrio tra la promozione della vita notturna, importante per l’economia locale, e la tutela della quiete e della sicurezza dei residenti.