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    Home » Gianluca Quadrini colpito da misure cautelari per truffa e peculato
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    Gianluca Quadrini colpito da misure cautelari per truffa e peculato

    divieto di dimora e obbligo di firma per l'esponente di Forza Italia presidente del Consiglio provinciale accusato di irregolarità nella gestione della Comunità Montana di Arce
    27 Agosto 20253 Mins Read
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    Gianluca Quadrini
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    Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Cassino ha disposto misure cautelari nei confronti di Gianluca Quadrini, consigliere provinciale di Frosinone nel gruppo di Forza Italia. Il provvedimento prevede il divieto di dimora nelle province di Latina e Frosinone, oltre all’obbligo di firma quotidiano presso gli organi competenti.

    Quadrini è finito al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cassino, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato in concorso con altre cinque persone e di peculato. Le indagini si concentrano principalmente sul periodo in cui l’esponente politico ricopriva l’incarico di presidente della Comunità Montana di Arce.

    Secondo la ricostruzione degli inquirenti, nel 2019 l’ente montano aveva affidato alcuni appalti del valore complessivo di 90 mila euro, destinati a progetti di promozione e sviluppo del territorio. Tuttavia, gli interventi commissionati non sarebbero stati completati o sarebbero stati eseguiti solo parzialmente. L’accusa sostiene che sei persone assunte dalla cooperativa affidataria avrebbero svolto principalmente attività di segreteria e di promozione elettorale per conto di Quadrini, anziché dedicarsi ai progetti territoriali previsti.

    Il modus operandi contestato non si sarebbe limitato al periodo della presidenza della Comunità Montana. Secondo la Procura di Cassino, lo stesso schema si sarebbe ripetuto nel 2023 durante alcune campagne elettorali, quando il personale assunto da società in house della Provincia di Frosinone sarebbe stato utilizzato come segreteria personale del politico, distogliendolo dalle mansioni istituzionali per cui era stato regolarmente retribuito.

    Le investigazioni hanno portato alla luce ulteriori irregolarità che hanno contribuito a delineare il quadro accusatorio. Quadrini, in concorso con un avvocato, avrebbe richiesto e ottenuto indebitamente dalla Comunità Montana il rimborso di spese legali non spettanti o mai effettivamente sostenute. A completare l’accusa di peculato, gli inquirenti contestano anche l’utilizzo improprio di due automobili di proprietà dell’ente per le proprie campagne elettorali, configurando un uso privato di beni pubblici.

    La difesa di Quadrini, rappresentata dall’avvocato Claudio Di Ruzza, ha commentato il provvedimento del GIP con cautela ma con una nota di soddisfazione. “Attendiamo di conoscere i dettagli del provvedimento prima di un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame“, ha dichiarato il legale. “Siamo comunque soddisfatti perché la più grave misura cautelare degli arresti domiciliari, richiesta dalla Procura, non è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari“.

    Il caso Quadrini si inserisce in un contesto più ampio di controlli sulla gestione degli enti locali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche, tema sempre più al centro dell’attenzione delle Procure del territorio. Le indagini della Guardia di Finanza hanno evidenziato come la commistione tra attività politica e gestione amministrativa possa generare zone grigie nelle quali si annidano potenziali irregolarità.

    La vicenda solleva interrogativi sulla trasparenza nella gestione degli appalti pubblici e sull’uso delle risorse destinate allo sviluppo territoriale. La Comunità Montana di Arce, ente strategico per la valorizzazione delle aree interne della provincia di Frosinone, si trova ora al centro di un’inchiesta che potrebbe avere ripercussioni significative sulla credibilità delle istituzioni locali.

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