Una vicenda che si tinge di giallo amministrativo quella che riguarda il Supercinema di Anagni, storica sala cinematografica della città dei Papi al centro di un crescente caso di trasparenza mancata. Il gruppo cittadino “Schierarsi Anagni” alza la voce contro quello che definisce un inaccettabile silenzio amministrativo da parte del Comune, proprio mentre dall’amministrazione arriva l’annuncio della prossima riapertura della struttura.
La cronaca dei fatti presenta contorni che meritano attenzione. Il 21 luglio 2025, l’associazione Schierarsi Anagni ha presentato al Comune una richiesta formale di accesso agli atti sull’ex Supercinema, richiedendo planimetrie, documenti tecnici e amministrativi per comprendere l’effettivo stato della struttura e delineare le prospettive per il suo futuro culturale.
Si tratta di una procedura amministrativa ordinaria, regolamentata dalla Legge 241 del 1990, che stabilisce con chiarezza cristallina l’obbligo per le amministrazioni pubbliche di fornire riscontro entro 30 giorni dalla presentazione della richiesta. Un termine perentorio che non ammette deroghe e che rappresenta uno dei pilastri fondamentali del diritto di accesso alle informazioni pubbliche.
Il silenzio che interroga
Eppure, a distanza di oltre un mese dalla presentazione della richiesta, nessuna risposta è pervenuta a Schierarsi Anagni. Un silenzio amministrativo che l’associazione definisce “pesante”, sottolineando come “la trasparenza non dovrebbe mai essere un optional” nella gestione della cosa pubblica.
La questione assume connotati ancora più singolari se si considera la tempistica degli eventi. Proprio in questi giorni, dopo mesi di sostanziale immobilismo sulla vicenda Supercinema, è arrivato l’annuncio che la storica sala cinematografica “verrà riaperta“. Una notizia che, pur essendo accolta positivamente dai cittadini, solleva interrogativi legittimi e pressanti.
“Perché solo adesso?“, si domandano i rappresentanti di Schierarsi Anagni, “Perché dopo tanto tempo senza informazioni ufficiali si decide di parlare proprio ora?“. Domande che toccano il cuore della questione democratica e del rapporto tra amministrazione e cittadinanza, specialmente quando si tratta di beni pubblici di rilevante interesse culturale.
Tra annunci e sostanza
L’interrogativo più sostanziale riguarda però i contenuti concreti dell’iniziativa. Cosa significa effettivamente “riaprire il Supercinema“? L’associazione solleva dubbi fondamentali: esistono tempi certi, risorse definite, un progetto reale e dettagliato, oppure si rischia di assistere all’ennesima promessa destinata a rimanere sulla carta?
Il Supercinema rappresenta infatti molto più di una semplice sala cinematografica per la comunità anagnina. È un simbolo culturale della città, un luogo di memoria collettiva che ha accompagnato generazioni di cittadini. La sua eventuale riapertura non può essere affidata a improvvisazioni o a iniziative prive di solide fondamenta progettuali ed economiche.
Schierarsi Anagni ribadisce con fermezza la propria posizione: “Come cittadini, continuiamo a pensare che il Supercinema non sia uno slogan, ma un bene pubblico e culturale che merita chiarezza, progettualità e rispetto”. Una presa di posizione netta che va dritta al cuore delle responsabilità amministrative e della gestione trasparente dei beni comuni.
La vigilanza continua
L’associazione non si limita alla denuncia, ma annuncia l’intenzione di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda. “Noi, da parte nostra, continueremo a vigilare, a informare e a stimolare il dibattito pubblico“, dichiarano i rappresentanti del gruppo, sottolineando il ruolo attivo che la cittadinanza organizzata intende svolgere nel monitoraggio dell’operato amministrativo.
La conclusione del comunicato rappresenta un appello che va oltre la specifica questione del Supercinema e tocca temi più ampi di governance urbana: “La cultura ad Anagni non può restare sospesa tra annunci e silenzi: ha bisogno di certezze e di futuro”.
Un messaggio che risuona come un campanello d’allarme per l’intera comunità, ricordando che la partecipazione democratica non si esaurisce nel momento elettorale, ma richiede un impegno costante di controllo e stimolo verso chi amministra la cosa pubblica.
La vicenda del Supercinema si configura così come un banco di prova per la capacità dell’amministrazione comunale di coniugare trasparenza, progettualità e rispetto dei diritti dei cittadini. Resta da vedere se alle parole seguiranno fatti concreti e se il silenzio amministrativo lascerà finalmente spazio a un dialogo costruttivo con la cittadinanza.
Nel frattempo, il Supercinema continua ad attendere, sospeso tra la memoria del suo glorioso passato e l’incertezza di un futuro che, per essere credibile, ha bisogno di molto più di semplici annunci.