Roma – La Corte dei Conti ha respinto definitivamente il ricorso della Procura regionale contro Nicola Zingaretti, escludendo ogni forma di responsabilità erariale dell’ex presidente della Regione Lazio nel controverso caso dell’acquisto di dispositivi di protezione individuale durante le prime settimane della pandemia da Covid-19.
La vicenda ruotava attorno a un presunto danno erariale di oltre 11 milioni di euro che la Procura attribuiva a Zingaretti in relazione al tentato acquisto di DPI dalla società Ecotech S.r.l., dispositivi che poi non furono mai effettivamente consegnati. L’operazione, avvenuta nel pieno dell’emergenza sanitaria, aveva sollevato dubbi sulla regolarità delle procedure adottate dall’amministrazione regionale.
Il giudice contabile ha riconosciuto l’inconfigurabilità dell’ipotesi di responsabilità erariale prospettata dall’accusa, evidenziando come manchino i presupposti costitutivi dell’illecito, in particolare l’elemento soggettivo nella forma del dolo ovvero della colpa grave. Una decisione che rappresenta una piena assoluzione per l’ex governatore del Lazio, assistito in giudizio dal Professor Aristide Police e dall’Avvocato Raimondo d’Aquino di Caramanico.
Secondo la ricostruzione emersa nel corso del procedimento, Zingaretti aveva tempestivamente adottato un complesso di iniziative per fare chiarezza sul sistema di artifici e raggiri messo in atto dalla Ecotech S.r.l. per presentarsi come controparte contrattuale affidabile. L’ex presidente regionale si era inoltre attivato per rimediare alla situazione nelle apposite sedi giurisdizionali, dimostrando una condotta sempre improntata alla massima prudenza e consapevolezza nell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali.
La Corte ha tenuto in particolare considerazione il contesto emergenziale nel quale ci si trovava a operare durante le prime settimane della pandemia, quando l’urgenza di acquisire dispositivi di protezione individuale con la massima tempestività possibile rendeva necessarie procedure accelerate. In quel periodo drammatico per la sanità pubblica, caratterizzato da una corsa contro il tempo per reperire materiale sanitario introvabile sui mercati tradizionali, molte amministrazioni pubbliche si trovarono a dover gestire situazioni inedite e complesse.
La decisione della Corte dei Conti chiude definitivamente un capitolo giudiziario che aveva gettato ombre sull’operato dell’ex presidente della Regione Lazio, riconoscendo la correttezza delle sue scelte amministrative in un momento di straordinaria difficoltà per il sistema sanitario regionale e nazionale.