di Silvia Scarselletta
Il mese di agosto 2025 resterà impresso come uno dei più difficili per l’agricoltura ciociara. Quello che storicamente è il periodo più favorevole per la raccolta si è trasformato in un susseguirsi di pomeriggi caratterizzati da bombe d’acqua e nubifragi improvvisi, con conseguenze devastanti sui campi e sul lavoro dei braccianti agricoli.
Secondo i dati meteo locali, tra il 1° e il 23 agosto sono caduti oltre 120 millimetri di pioggia, tre volte la media storica mensile (40 mm). In due singole giornate, il 12 e il 21 agosto, le precipitazioni hanno superato i 40 millimetri al giorno, vale a dire l’intero quantitativo medio mensile concentrato in poche ore. Una vera anomalia climatica, che ha portato ad un surplus di +84,2 millimetri rispetto alle medie stagionali.
A confermare la gravità della situazione è anche un recente rapporto pervenuto dall’Associazione per la Gestione della Strada del Vino Cesanese, che evidenzia le difficoltà crescenti vissute da molti produttori del territorio. Le piogge torrenziali di agosto hanno compromesso la vendemmia e non solo, colpendo in particolare le aziende vitivinicole a conduzione familiare, già provate da stagioni difficili.
Per i braccianti agricoli del territorio, questo significa campi impraticabili, raccolti danneggiati, giornate di lavoro perse e condizioni di fatica ulteriormente aggravate. Una situazione che sta generando disagi economici e sociali, colpendo famiglie già provate da instabilità contrattuale e bassi redditi: “quello che stiamo vivendo non è un episodio isolato, ma il segno tangibile di un clima che sta cambiando radicalmente – afferma Luigino Polletta, il Segretario Generale FAI-CISL Frosinone – le bombe d’acqua che si sono abbattute in questo mese hanno trasformato agosto da stagione di lavoro e raccolto in un periodo di sofferenza e incertezza. Ogni giorno i braccianti devono affrontare condizioni impossibili, tra campi allagati, raccolti compromessi e turni sospesi”.
“Questo – prosegue Polletta – non è solo un danno economico: è una ferita sociale che colpisce uomini e donne che vivono del loro lavoro e che si trovano esposti senza adeguate tutele. Il cambiamento climatico non è un problema del futuro, è già qui e mette in ginocchio i lavoratori agricoli della Ciociaria. Serve una risposta immediata e concreta: investimenti in infrastrutture di drenaggio, reti di protezione per le colture, sistemi di allerta rapida, ma soprattutto politiche di sostegno che garantiscano sicurezza e dignità a chi lavora nei campi. Non possiamo limitarci a rincorrere le emergenze: occorre una strategia nazionale e locale che metta l’agricoltura e i suoi lavoratori al centro delle politiche di adattamento climatico”.