di Giorgio Stirpe
Era un banco di prova interessante per il Frosinone quello di Palermo per saggiare contro un avversario molto quotato come i rosanero, la forza del gruppo dopo le vittorie di Monza, in Coppa Italia, e contro l’Avellino in avvio di campionato.
E le notizie, dalla Sicilia, sono molto positive per Alvini che ha avuto conferma del buon lavoro svolto finora. I giallazzurri hanno confermato di essere un gruppo solido, unito, pronto al sacrificio. Il Frosinone, grazie allo 0-0 del Barbera, tiene ancora la propria porta imbattuta nelle competizioni ufficiali, e questo nonostante la rivoluzione forzata effettuata proprio nel reparto difensivo, a causa di infortuni e squalifiche.
Coloro che hanno sostituito i titolari, si sono dimostrati all’altezza della situazione e questo non può che far felice l’allenatore, sempre più convinto di poter contare su una rosa profonda e di qualità.
Mister Alvini, per la gara del Barbera, ha dovuto, suo malgrado, come già detto, rivoluzionare la zona centrale della difesa a quattro, schierando Bracaglia e Jacopo Gelli al posto di Calvani, squalificato, e Monterisi ormai sulla strada della cessione. Scelte obbligate vista anche l’assenza per infortunio anche di Biraschi. Il tecnico ha potuto almeno confermare Marchizza e A. Oyono sulle fasce davanti a Palmisani.
Stessi uomini invece (fortunatamente) dalla cintola in su: Calò e Koutsoupias in mediana; Ghedjemis, Barcella e Kvernadze sulla trequarti a sostegno di Raimondo in posizione di centravanti. Idee chiare dunque per l’allenatore giallazzurro in questo inizio di campionato: scelti i 13/14 calciatori che, almeno in questo primo scorcio, sono considerati titolari, aspettando il rientro degli infortunati e l’inserimento in gruppo degli arrivati dal calciomercato estivo.
I ciociari hanno superato a pieni voti il primo tempo giocando senza timori reverenziali davanti agli oltre 32 mila tifosi del Barbera, con personalità e voglia di emergere. Bene la giovane coppia di centrali Bracaglia-Gelli che ha controllato gli attaccanti del Palermo (Brunori e Pohjanpalo, non certo gli ultimi arrivati in questa categoria) senza concedere nulla e altrettanto bene i due mediani Calò e Koutsoupias, il primo in regia e il secondo come guastatore nella trequarti avversaria.
Sugli scudi anche Kvernadze e Ghedjemis, frizzanti e sempre pungenti nelle giocate in velocità, così come Barcella cresciuto molto in questa stagione in termini di personalità e tecnica. Leggermente al di sotto degli standard dei giallazzurri il solo Raimondo che si è comunque sbattuto tra i centrali rosanero, con coraggio, tentando di tenere qualche pallone e favorire gli inserimenti dei compagni di squadra.
Molto più complicato, come prevedibile, il secondo tempo perché il Palermo ha spinto molto mettendo alle corde gli uomini di Alvini. Per la prima volta in stagione il Frosinone è stato costretto alla sofferenza dall’avversario e, il tecnico, ha così avuto modo di sperimentare anche la capacità di resilienza del gruppo quando viene messo sotto pressione.
Il palo e la traversa colpiti da Pohjanpalo hanno spaventato molto, ma i giallazzurri sono riusciti, a loro volta, a mettere i brividi ai rosanero con l’ennesimo inserimento puntuale di Koutsoupias a cui è mancato solo la precisione al tiro in una posizione favorevole, praticamente davanti al portiere Joronen e altre incursioni che potevano essere sfruttate meglio.
Gli ingressi di Francesco Gelli e Masciangelo, per Barcella e Kvernadze, hanno dato al Frosinone un assetto più compatto in campo, utile per affrontare il finale di partita che il Palermo ha giocato in maniera arrembante ma che non è bastato per superare il granitico collettivo giallazzurro.
Un pareggio davvero utile che darà al gruppo uno stimolo ulteriore per lavorare, durante la pausa per le nazionali, con l’obiettivo di migliorare ancora l’intesa.