Dai responsabili del gruppo consiliare “LiberAnagni” riceviamo la seguente nota che di seguito pubblichiamo in forma integrale e senza modifiche:
A seguito della visita dell’ambasciatore israeliano avvenuta nella nostra città lo scorso 30 agosto, denunciamo il grave e assordante silenzio del Sindaco di fronte alle sue dichiarazioni.
L’evento stride in modo drammatico con il contesto internazionale. Appena 24 ore dopo, il 31 agosto, l’International Association of Genocide Scholars (IAGS), la più importante associazione internazionale di studiosi sul tema, ha pubblicato una risoluzione che definisce le azioni di Israele in Palestina come legalmente classificabili come genocidio, aggiungendosi al coro di organizzazioni come la Corte Penale Internazionale che denunciano gravi crimini di guerra.
Mentre il mondo accademico e giuridico condanna, ad Anagni l’ambasciatore ha potuto affermare indisturbato che la reazione di Israele non è stata sproporzionata e che la guerra continuerà finché non avranno sterminato Hamas, anche se questo costerà vittime civili. Parole che normalizzano e giustificano una strage.
Riteniamo inaccettabile e grave che la massima autorità cittadina, il Sindaco Daniele Natalia, abbia assistito a tali dichiarazioni senza battere ciglio. La cortesia istituzionale, che possiamo comprendere per giustificare la sua presenza, non può però mai trasformarsi in silenzio complice. Un silenzio che contraddice le stesse risoluzioni degli organi di giustizia internazionale, nonché le posizioni espresse dalla Presidente del Consiglio, leader dello schieramento politico di cui fa parte anche il partito del Sindaco. Non solo, un silenzio che offende le decine di migliaia di vittime palestinesi, i milioni di sfollati che vivono una grave crisi umanitari.
Un Sindaco ha il dovere, non solo istituzionale ma anche morale, di difendere i principi di umanità e pace. Se, come ribadito dal Sindaco stesso e da qualche “supporter”, la pace si costruisce con il dialogo, questo non può includere chi fomenta odio e giustifica la distruzione. La solidarietà per chi soffre non può e non deve avere colori politici.
Pur sospendendo il giudizio sulla presenza del Vescovo, che risponde alla sua istituzione religiosa e non allo Stato, che ricordiamo essere laico, ci interroghiamo invece sulla presenza del Dottor Paolo Patrizi, della quale non è chiaro il motivo, che ha pubblicamente difeso l’incontro ignorando completamente la gravità delle dichiarazioni dell’ambasciatore.
A questo silenzio istituzionale e all’ambiguità di queste figure, si contrappongono, fortunatamente, le molte dimostrazioni di umanità della nostra città, che ha sempre risposto con generosità agli appelli per i popoli sofferenti: dalla raccolta fondi per Gaza a quella di viveri per Leopoli, e tante altre iniziative fino al presidio quotidiano in Piazza Cavour.
Assistiamo, tuttavia, a continui tentativi di strumentalizzazione politica di questi semplici gesti di umanità. L’umanità non ha colore politico, malgrado ci sia sempre chi cerca di apporre un’etichetta, di metterle sotto un simbolo, di classificare e di intestarsi la solidarietà, con il solo scopo di dividere e depotenziare il messaggio per mero interesse personale o di partito.
Il nostro appello non è rivolto a chi vive di queste logiche politiche, ma direttamente ai cittadini di Anagni: non lasciatevi confondere. La solidarietà è un valore umano e trasversale, che non è di “estrema sinistra”, né di “estrema destra”. Chiunque cerchi di etichettarla o di appropriarsene per fini di parte ne tradisce il significato più profondo. Schierarsi per la pace richiede solo una cosa: umanità