Una riscoperta artistica nel cuore di Firenze
Il talento nascosto dietro un grande maestro
Firenze si prepara ad accogliere una mostra che promette di illuminare una delle figure artistiche più affascinanti e meno conosciute del Novecento italiano. “Inner Gardens”, dedicata a Flavia Arlotta, aprirà i battenti il 13 settembre 2024 presso il prestigioso British Institute of Florence in via del Palmerino 6, per rimanere visitabile fino al 16 dicembre.
La mostra, curata da Laura Casprini e Francesco Colacicchi – figlio dell’artista – rappresenta un’occasione unica per riscoprire l’opera di una pittrice che ha saputo creare un universo artistico intimo e profondo, spesso eclissato dalla fama del marito Giovanni Colacicchi, uno dei protagonisti del movimento del Novecento Italiano.
L’eredità di una famiglia d’arte
Quando il talento attraversa le generazioni
Flavia Arlotta nacque a Napoli il 9 maggio 1913 da una famiglia dalle origini cosmopolite: il padre Ugo, uomo di cultura proveniente da una stirpe di mercanti e banchieri, e la madre Elena Albrecht von Brandenburg, scultrice di origine russa. La giovane Flavia trascorse un’infanzia dorata nella magnifica villa di famiglia affacciata sulla scogliera di Sorrento, un panorama che avrebbe influenzato per sempre la sua sensibilità artistica.
Il destino volle che nel 1930 si trasferisse a Firenze per studiare pittura. Fu proprio attraverso Felice Carena che incontrò Giovanni Colacicchi, il pittore anagnino che sarebbe diventato non solo suo marito ma anche compagno di una straordinaria avventura artistica. I due si sposarono nel 1952, dopo aver dato alla luce due figli: Piero nel 1937 e Francesco nel 1942.
Il maestro di Anagni e i suoi capolavori
Giovanni Colacicchi: dal Novecento all’eternità
Giovanni Colacicchi (Anagni, 19 gennaio 1900 – Firenze, 27 dicembre 1992) rappresenta una delle figure più significative del panorama artistico italiano del XX secolo. Membro di spicco del gruppo del Novecento Italiano, condivise la scena artistica con maestri del calibro di Carrà, Casorati, De Chirico, De Pisis, Guidi e Morandi.
La sua città natale, Anagni, divenne teatro di alcuni dei suoi capolavori più importanti: tra il 1931 e il 1933 nacquero opere fondamentali come “Fine d’estate” (1932) e “Santa Maria Egiziaca” e “Giacobbe e l’angelo” (1933). Dal 1940 al 1970 insegnò presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, formando generazioni di artisti e consolidando il suo ruolo di maestro indiscusso della pittura italiana.
“Inner Gardens”: un viaggio nell’intimità artistica
L’arte di Flavia Arlotta finalmente protagonista
La mostra “Inner Gardens” si propone di esplorare l’universo artistico di Flavia Arlotta, caratterizzato da una ricerca costante dell’armonia tra mondo interiore ed esteriore. Le sue opere, spesso di piccolo formato ma di grande intensità emotiva, rivelano una sensibilità raffinata e una tecnica impeccabile, eredità del suo percorso formativo fiorentino.
L’allestimento, frutto della collaborazione tra l’Associazione Culturale Il Palmerino e il British Institute of Florence, presenta una selezione accurata di dipinti che testimoniano l’evoluzione stilistica dell’artista, dalla formazione giovanile alla maturità espressiva. Ogni opera racconta un frammento di quella ricerca interiore che ha caratterizzato tutta la produzione di Flavia Arlotta.
Informazioni pratiche e sostenitori
Un evento culturale di primo piano
La mostra sarà aperta al pubblico dal giovedì al sabato, dalle ore 15 alle 19, con possibilità di visite su appuntamento negli altri giorni. L’ingresso è libero, rendendo questa importante esposizione accessibile a tutti gli amanti dell’arte.
L’evento gode del supporto di prestigiose istituzioni culturali: oltre al British Institute of Florence, figurano tra i sostenitori l’Associazione Culturale Il Palmerino e I Ciliegi Arts, testimoniando l’importanza dell’iniziativa nel panorama culturale fiorentino.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 339/8944725 o scrivere all’indirizzo email associazione@ilpalmerino.it.
Un ponte tra passato e presente
L’arte come memoria e scoperta
Questa mostra rappresenta molto più di una semplice esposizione: è un atto di giustizia artistica verso una figura che merita di essere riscoperta e valorizzata. Flavia Arlotta, scomparsa nel 2010, lascia un’eredità artistica che parla di sensibilità, ricerca e amore per la bellezza.
I suoi “giardini interiori” si aprono finalmente al pubblico, offrendo una prospettiva inedita su un’epoca d’oro dell’arte italiana, vista attraverso gli occhi di una donna artista che ha saputo mantenere la propria identità creativa pur vivendo all’ombra di un grande maestro.