Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Frosinone hanno portato alla luce un caso di evasione fiscale di proporzioni significative, che ha coinvolto un notaio operante a Sora. L’operazione, condotta nell’ambito delle attività di contrasto all’evasione fiscale, ha rivelato compensi non dichiarati per circa 3,5 milioni di euro.
L’indagine, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Frosinone, ha preso il via da un’analisi approfondita della documentazione contabile dello studio professionale. Inizialmente, l’esame dei registri fiscali e di oltre 4000 fatture non aveva evidenziato irregolarità particolarmente rilevanti.
Tuttavia, un elemento ha insospettito gli investigatori: una evidente disarmonia tra le fatture attive e il Registro dei Repertori. Quest’ultimo documento mostrava, nel periodo sotto verifica comprendente gli anni 2022 e 2023, la stipula di oltre ottomila atti notarili, un numero che non trovava corrispondenza nella documentazione fiscale presentata.
La scoperta di questa discrepanza ha indirizzato l’attività ispettiva verso una ricostruzione meticolosa dell’esatto volume dei compensi percepiti dal professionista. Gli investigatori hanno proceduto ad armonizzare i singoli atti repertoriati con le registrazioni contabili, un lavoro certosino che ha portato alla luce la totale inattendibilità della contabilità dello studio notarile.
L’analisi ha rivelato una sistematica elusione degli obblighi di contabilizzazione che ha interessato compensi per un valore complessivo di circa 3,5 milioni di euro. Il modus operandi emerso dall’indagine presenta caratteristiche particolarmente strutturate: per circa la metà degli atti di repertorio non era stato emesso il corrispondente documento fiscale.
Ancora più significativo è il meccanismo utilizzato per mascherare i compensi effettivi. Nella maggior parte delle fatture rilasciate ai clienti, infatti, non veniva indicato l’onorario corrisposto e percepito dal notaio. Al suo posto compariva soltanto un importo generico con la dicitura “Spese”, una voce che, dal punto di vista normativo, risulta esclusa dall’applicazione dell’IVA.
Il quadro emerso dall’attività ispettiva ha portato a una conclusione inequivocabile: il notaio avrebbe dovuto dichiarare ricavi pari al doppio di quelli effettivamente indicati nelle dichiarazioni fiscali presentate alle autorità competenti.
Al termine delle complesse operazioni di verifica, il professionista è stato segnalato alla competente Autorità Giudiziaria per l’ipotesi di reato penalmente rilevante di “dichiarazione infedele”, configurando così non solo un illecito fiscale ma anche un potenziale caso penale.
L’operazione condotta dalle Fiamme Gialle di Frosinone rappresenta un esempio significativo dell’attività di controllo fiscale che le forze dell’ordine conducono costantemente sul territorio, con particolare attenzione verso i professionisti e gli studi che gestiscono volumi d’affari considerevoli.
È obbligo rilevare che l’indagato, destinatario della misura cautelare, è, allo stato, solamente indiziato di delitto e la sua posizione sarà definitivamente vagliata giudizialmente, e solo dopo la emissione di una sentenza passata in giudizio, lo stesso sarà, eventualmente, riconosciuto colpevole, in maniera definitiva, del reato ascrittogli. Il tutto in ossequio al principio costituzionale di presunzione di innocenza.