Una croce pettorale in argento dorato del valore di 1.700 euro scatena la polemica politica ad Anagni. Sinistra Italiana solleva dubbi sulla gestione delle risorse pubbliche da parte dell’Amministrazione Comunale, dopo aver scoperto nell’Albo Pretorio l’impegno di spesa destinato al dono per il nuovo vescovo della Diocesi appena nominato dal Santo Padre.
Il gruppo politico guidato dalla sezione locale di Sinistra Italiana non usa mezzi termini nel criticare quella che definisce una scelta discutibile. “Non ci capacitiamo come un Comune che patrocina raccolte di materiale scolastico per le famiglie meno abbienti e che molte volte nega ai cittadini alcuni servizi perché ‘non ci sono i soldi’, spenda l’equivalente di uno stipendio mensile di un lavoratore per un omaggio”, si legge nella nota stampa inviata alla redazione.
L’oggetto della discordia è una croce pettorale cassinese grande in argento bianco dorato completa di catena, acquistata al prezzo di 1.700 euro IVA inclusa al 22%. Una cifra che, secondo l’opposizione, potrebbe essere meglio impiegata per i servizi ai cittadini, soprattutto in un periodo in cui molte richieste vengono respinte per mancanza di fondi.
Sinistra Italiana non mette in discussione la necessità del dono, riconoscendo che potrebbe rientrare in un “protocollo consolidato“, ma critica aspramente la modalità di finanziamento. “Sarebbe stato politicamente opportuno” suggerisce il gruppo di opposizione, “che i consiglieri comunali, gli assessori e il sindaco, anziché utilizzare i soldi pubblici, mettessero per una volta le mani nelle proprie tasche”.
La provocazione si spinge oltre: “Se avessero sborsato un centinaio di euro a testa, si sarebbe sicuramente potuto acquistare un dono con un valore più alto“. Un’affermazione che punta il dito contro quella che viene definita una “prassi consolidata” per cui “dobbiamo pagare noi cittadini per far fare bella figura agli amministratori“.
Il gruppo di opposizione torna anche sulla “figuraccia internazionale” dell’ultimo incontro tra il sindaco e il vescovo della Diocesi, suggerendo che questa occasione avrebbe potuto rappresentare un’opportunità di riscatto per i rappresentanti comunali.
Ma c’è un altro aspetto che non sfugge all’analisi critica di Sinistra Italiana: la scelta del fornitore. Nonostante nella Diocesi e ad Anagni vi siano “moltissimi orafi e gioiellieri che realizzano e vendono opere sacre“, per l’occasione si è deciso di rivolgersi a una ditta con sede a Thiene, in provincia di Vicenza.
“Con quali canoni si pretende di incentivare l’artigianato locale” si domanda polemicamente Sinistra Italiana, “se poi, quando vi è necessità, ci si rivolge a una oreficeria del vicentino?”. Una domanda che aggiunge un ulteriore elemento di critica alla scelta dell’amministrazione, evidenziando una presunta incoerenza tra le dichiarazioni di sostegno alle attività locali e i comportamenti concreti.
La polemica mette in luce ancora una volta le tensioni tra maggioranza e opposizione sulla gestione delle risorse pubbliche e sulle priorità di spesa dell’amministrazione anagnina.