Un nuovo episodio di violazione delle misure di sicurezza ha tenuto impegnati gli agenti della Polizia di Stato di Frosinone, che hanno denunciato un uomo per manomissione del dispositivo antistalking, l’ennesimo capitolo di una vicenda che sembra non trovare fine.
I fatti si sono svolti nella giornata di sabato 20 settembre, quando la Polizia di Stato ha rintracciato nella parte bassa del capoluogo l’uomo che aveva manomesso il dispositivo elettronico antistalking a lui applicato. Un gesto che dimostra la totale mancanza di rispetto verso le disposizioni dell’autorità giudiziaria e la sicurezza della parte offesa.
Il momento del controllo si è trasformato in una scena che ha dell’incredibile: alla vista degli agenti delle Volanti della Questura, il soggetto ha tentato una breve quanto inutile fuga, forse sperando di sottrarsi alle conseguenze del suo gesto. Tuttavia, la professionalità e la prontezza delle forze dell’ordine hanno fatto sì che nel giro di breve tempo venisse raggiunto e bloccato, vanificando ogni tentativo di sottrarsi alla giustizia.
Per l’uomo è scattata immediatamente la denuncia, ma la vicenda affonda le sue radici nel giorno precedente. Proprio il 19 settembre, il personale della Squadra Mobile aveva notificato all’interessato l’Ordinanza di sostituzione di misura cautelare, un provvedimento che modificava sostanzialmente le sue condizioni di libertà vigilata.
La nuova misura prevedeva la sostituzione del divieto di dimora in un paese dell’hinterland del capoluogo con la più restrittiva misura dell’obbligo di dimora nel comune di Frosinone. Non solo: l’uomo doveva rispettare la prescrizione di rimanere all’interno della propria abitazione nell’orario compreso dalle ore 21.00 alle successive ore 7.00, un vero e proprio coprifuoco notturno.
Questa escalation delle misure restrittive si era resa necessaria dopo un comportamento gravissimo dello stesso soggetto: aveva già reciso il braccialetto elettronico in precedenza per sottrarsi ai controlli, riuscendo così a raggiungere la parte offesa in un paese confinante con Frosinone. Un episodio che aveva fatto scattare l’allarme e aveva spinto l’autorità giudiziaria a inasprire le misure cautelari.
La manomissione del dispositivo antistalking rappresenta non solo un reato specifico, ma anche una grave violazione delle norme poste a tutela delle vittime di stalking. Questi dispositivi, infatti, sono strumenti fondamentali per garantire la sicurezza delle persone offese e permettere alle forze dell’ordine di monitorare costantemente i soggetti sottoposti a misure cautelari.
L’episodio testimonia ancora una volta l’importanza del controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine e la necessità di presidi di sicurezza costanti per proteggere le vittime di atti persecutori. La prontezza degli agenti delle Volanti ha impedito che la situazione potesse degenerare ulteriormente, confermando l’efficacia del sistema di controllo messo in atto dalla Questura di Frosinone.