Un lungo capitolo si chiude definitivamente per Vallepietra: la Regione Lazio ha ufficialmente revocato il finanziamento di 1,2 milioni di euro destinato ai lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa del Santuario della Santissima Trinità e della relativa strada di accesso. La decisione è stata formalizzata con la Determinazione n. G11647 del 15 settembre 2025, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.
Il progetto, identificato con il codice A0123E0096, era stato originariamente finanziato nel 2017 nell’ambito del POR FESR Lazio 2014-2020, per poi confluire successivamente nel Piano di Sviluppo e Coesione della Regione. Otto anni dopo l’assegnazione iniziale, tuttavia, i lavori non sono mai partiti, costringendo l’amministrazione regionale guidata dal direttore Ing. Luca Marta a prendere la drastica decisione della revoca.
La vicenda si inserisce in una più ampia politica di razionalizzazione adottata dalla Regione Lazio per liberare risorse da progetti rimasti fermi al palo. Il Comune di Vallepietra, infatti, non è mai riuscito ad ottenere tutti i pareri necessari per mandare in gara l’appalto, nonostante i ripetuti solleciti regionali degli ultimi anni.
“Il finanziamento è stato revocato in quanto assegnato al Comune di Vallepietra nel lontano 2017 e il Comune non è mai stato in grado di ottenere i pareri per mandare in gara il progetto”, ha spiegato il sindaco Daniele Mioni in una dichiarazione esclusiva rilasciata ad anagnia.com. “Con l’approvazione del nuovo Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Lazio, si è adottata una politica di soppressione dei progetti con fondi assegnati ma mai iniziati, più vecchi di cinque anni, e questo progetto ricade appunto tra questi”.
Il primo cittadino ha inoltre chiarito la strategia futura: “il progetto dei 18 milioni, quello famoso, non sarebbe potuto partire se non a fine lavori di questo primo progetto assegnato. Quindi si è preferito, di concerto con la Regione, sopprimere questo progetto, includere il lavoro nei 18 milioni e dare la priorità a quello più grande che verrà gestito dalla Regione“.
Dal punto di vista economico, la situazione per le casse comunali non dovrebbe creare particolari criticità. Il Comune di Vallepietra aveva infatti ricevuto solo un anticipo di 360.000 euro dal finanziamento originario, somma che ora dovrà essere restituita alla Regione Lazio. «Di questi fondi avevamo ricevuto un anticipo di 360.000 euro, in parte utilizzati dalle precedenti amministrazioni per studi di fattibilità e indagini geologiche. Una quota potrà essere restituita senza difficoltà, mentre per la restante sarà necessario verificare se sia possibile ottenerne il rimborso, così da evitare ripercussioni sul nostro Ente. La decisione dipenderà dal riconoscimento dell’attendibilità degli studi da parte della Regione. In ogni caso – ha rassicurato il sindaco Mioni – non si prospettano situazioni di particolare gravità sul piano economico per il nostro Ente».
La Determinazione regionale specifica che le somme disimpegnate, pari a 840.000 euro, rimarranno nella disponibilità del Piano di Sviluppo e Coesione per essere riprogrammate attraverso il Comitato di Sorveglianza. Questo significa che le risorse non andranno perdute ma potranno essere destinate ad altri interventi prioritari sul territorio laziale.
Il Santuario della Santissima Trinità, meta di pellegrinaggi e importante attrazione dei Monti Simbruini, continua quindi ad attendere gli interventi di messa in sicurezza necessari per garantire l’accesso in totale sicurezza ai fedeli e ai visitatori. La speranza è che il nuovo progetto da 18 milioni, che dovrebbe essere gestito direttamente dalla Regione, possa finalmente dare una risposta concreta alle esigenze del territorio.
La vicenda rappresenta un esempio emblematico delle difficoltà che spesso caratterizzano l’iter dei fondi europei e della necessità di procedure più snelle per garantire una programmazione efficace delle risorse pubbliche. Il Piano di Sviluppo e Coesione, nato proprio per superare alcune delle criticità del precedente ciclo di programmazione, punta ora su una gestione più diretta e centralizzata dei grandi interventi infrastrutturali.