La Cattedrale di Santa Maria Assunta di Frosinone, con la sua elegante veste settecentesca e la maestosa scalinata che ne esalta la facciata a tre portali, ha fatto da cornice questa mattina alla celebrazione del Santo Patrono della Polizia di Stato, San Michele Arcangelo. Un appuntamento che ogni anno rinnova il legame profondo tra le forze dell’ordine e la comunità, in una ricorrenza carica di significato e spiritualità.
La cerimonia religiosa è stata officiata da don Mauro Colasanti, Assistente Spirituale della Polizia di Stato per l’ambito locale, alla presenza delle alte cariche civili e militari della provincia. A fare gli onori di casa il Questore di Frosinone, dottor Stanislao Caruso, affiancato dai funzionari e dal personale della Polizia di Stato in servizio sul territorio provinciale.
San Michele Arcangelo fu proclamato patrono dei poliziotti da Papa Pio XII nel 1949, un riconoscimento che omaggia la “lotta” quotidiana che le donne e gli uomini in divisa combattono al servizio dei cittadini. Una battaglia silenziosa ma costante per garantire legalità e sicurezza alla collettività, spesso a costo di sacrifici personali e familiari.
Al termine della funzione religiosa, il Questore Caruso è intervenuto con un breve ma sentito discorso, nel quale ha voluto esprimere la sua gratitudine alle donne e agli uomini della Polizia di Stato per la dedizione e i sacrifici profusi quotidianamente. Parole che hanno trovato eco nei cuori dei presenti, consapevoli del peso e della responsabilità che comporta indossare l’uniforme.
Particolarmente toccante è stato il momento della recita della preghiera di San Michele, quando ogni poliziotto si è rivolto idealmente al santo protettore per chiedere la sua protezione nello svolgimento della missione per la collettività. Un attimo di raccoglimento che ha unito spiritualmente tutti i presenti.
La grande famiglia della Polizia di Stato ha voluto stringersi, con un abbraccio ideale, ai familiari delle vittime del dovere e ai caduti in servizio, un ricordo doveroso per chi ha dato la vita nell’adempimento del proprio dovere. Un momento di commozione che ha sottolineato il valore del sacrificio e dell’impegno quotidiano.
I canti liturgici sono stati affidati ai maestri del coro polifonico Josquin Des Pres, che con le loro voci hanno arricchito la solennità della cerimonia. Al rito hanno preso parte anche gli appartenenti all’Associazione Nazionale Polizia di Stato, realtà che svolge l’importante ruolo di mantenere vivo il legame di solidarietà tra il personale in congedo e quello in servizio, sempre presente in attività finalizzate al sostegno dei bisognosi e alla collaborazione con gli enti istituzionali.
Nel piazzale antistante alla Cattedrale, da cui è possibile ammirare la facciata rivolta a oriente e l’elegante campanile romanico che svetta alla sua sinistra, è stata allestita per l’occasione una mostra statica dei mezzi della Polizia di Stato. Un’esposizione rappresentativa degli uffici presenti sul territorio: Questura e Commissariati, Polizia Stradale, Sicurezza Cibernetica e Polizia Ferroviaria. Un modo tangibile per avvicinare i cittadini al lavoro quotidiano delle forze dell’ordine e alle diverse specializzazioni che operano per la sicurezza della provincia.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta, che si presenta oggi nella sua forma risultante dai numerosi rimaneggiamenti e restauri succedutisi nel corso dei secoli, ha dunque ospitato ancora una volta un momento di profonda spiritualità e riflessione civile, confermandosi punto di riferimento per la comunità frusinate.