Sale l’allerta sicurezza a Roma in vista della grande manifestazione nazionale indetta per sabato 4 ottobre, che richiamerà nella capitale le sigle antagoniste più attive e radicali da Palermo a Venezia. Una mobilitazione che preoccupa le autorità e che ha già portato il Viminale a convocare un vertice urgente per definire la strategia operativa.
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi incontrerà oggi il prefetto di Roma Lamberto Giannini e il questore Roberto Massucci per condividere le criticità e mettere a punto il dispositivo di sicurezza necessario a garantire l’ordine pubblico e scongiurare una giornata di violenze. Un tavolo tecnico cruciale, considerata la radicalità dello slogan scelto dagli organizzatori.
La chiamata nazionale, convocata per sabato prossimo alle 14:30 a Porta San Paolo, porta con sé una parola d’ordine netta e inequivocabile: “Stop al genocidio, fermiamo il sionismo con la resistenza”. Un messaggio che lascia presagire toni accesi e una mobilitazione di piazza dalle dimensioni rilevanti.
Tra i protagonisti annunciati ci saranno le rappresentanze sindacali di base, in testa l’USB che da settimane sta tenendo il presidio permanente in piazza dei Cinquecento, ribattezzata simbolicamente “piazza Gaza”. Accanto ai sindacati, attesi i centri sociali provenienti da tutto il territorio nazionale, da quelli del nord est fino ad Askatasuna, storico centro sociale torinese.
Il clima di mobilitazione è già palpabile nelle strade della capitale. Ieri alle 17 un nutrito corteo di studenti e realtà sociali del municipio XII ha sfilato per le strade di Monteverde al grido di “Monteverde è antifascista”. Dalle 18 alle 22:30 si è svolto un presidio pro Palestina in piazza dell’Immacolata, nel quartiere San Lorenzo, da sempre punto di riferimento della sinistra antagonista romana.
Ma le iniziative non si esauriscono con la manifestazione del 4 ottobre. Per giovedì 2 ottobre è in programma un flash mob dei medici e degli operatori sanitari davanti a tutti gli ospedali italiani. Anche a Roma i camici bianchi e gli infermieri scenderanno in piazza alle 21 per accendere candele e torce con l’obiettivo di “illuminare simbolicamente la notte di Gaza”. Durante il presidio verranno letti i nomi dei 1677 operatori sanitari uccisi nella Striscia.
Nella capitale l’elenco delle adesioni tra il personale della sanità pubblica cresce con il passare delle ore. Sono attesi almeno 122 medici e infermieri al flash mob davanti all’ospedale San Giovanni, altri 65 si raduneranno nel piazzale del policlinico di Tor Vergata, 51 davanti al San Camillo, 35 al Sant’Andrea, 30 all’Umberto I, 20 al San Filippo Neri, 22 all’ospedale San Giovanni di Dio a Fondi. Ancora, 47 medici manifesteranno davanti all’ospedale di Viterbo.
La parola d’ordine che unisce l’ondata di proteste pro Palestina è “blocchiamo tutto”. Anche gli sfratti, aggiungono gli attivisti del Coordinamento cittadino di lotta per la casa, che sempre giovedì prossimo alle 17 manifesteranno in piazza del Campidoglio. Uno slogan, quello del “blocchiamo tutto”, già rilanciato il 22 settembre durante lo sciopero generale per Gaza e la marcia sulla Tangenziale di Roma, che aveva già messo in allerta le forze dell’ordine.
Il programma delle iniziative prosegue oggi dalle 20 con dibattiti previsti al cinema di Monterotondo e nell’occupazione in via delle Sette Chiese 186, altro storico punto di riferimento del movimento antagonista romano.
Le autorità di pubblica sicurezza sono al lavoro per predisporre un dispositivo all’altezza della situazione, consapevoli che la giornata del 4 ottobre rappresenterà un banco di prova importante per la gestione dell’ordine pubblico nella capitale.