Un pomeriggio di tensione all’Università “La Sapienza”, dove centinaia di studenti e studentesse hanno dato vita a una manifestazione che ha attraversato la città universitaria, tra fumogeni colorati, slogan scanditi al megafono e azioni dimostrative contro il rettorato. L’appuntamento, fissato per le 15 sotto la statua della Minerva, ha riunito le principali realtà politiche studentesche dell’ateneo in un corteo che ha rivendicato con forza la rottura degli accordi didattici con le università israeliane.
“Stop accordi, Sapienza contro la guerra. Stop al genocidio”, questo il messaggio principale che ha accompagnato la mobilitazione. Tra i cartelli sventolati dai manifestanti, striscioni con la scritta “Siamo tutte antisioniste” e “Governo Meloni complice del genocidio: Palestina libera”. Un coro che si è fatto sentire forte e chiaro tra i vialetti della più grande università d’Europa per numero di iscritti.
Il corteo si è mosso con determinazione attraverso le diverse aree del campus. Prima tappa la Facoltà di Lettere, già teatro di mobilitazioni nei giorni precedenti. Ma è alla Facoltà di Fisica che la protesta ha raggiunto il suo momento più acceso: i manifestanti sono entrati in ogni aula, interrompendo tutte le lezioni in corso. “Lo abbiamo detto e lo faremo: entreremo in ogni facoltà”, hanno urlato dal megafono, mentre studenti e docenti assistevano sorpresi all’irruzione.
L’azione più eclatante è avvenuta davanti al rettorato, dove alcuni manifestanti hanno lanciato vernice e petardi contro l’edificio, scrivendo sul muro esterno la scritta “Free Gaza”. Dal megafono, messaggi diretti alla rettrice Antonella Polimeni: “Non potrai sempre stare chiusa nella tua loggia”. La docente, nei giorni scorsi, aveva ribadito la sua posizione, affermando che non interromperà gli accordi didattici con gli atenei israeliani, una decisione che ha innescato la protesta odierna.
Tra i cori che hanno accompagnato il corteo, alcuni hanno colpito per la loro carica provocatoria: “T’immagini che soluzione fantastica: la Palestina libera e Israele trasferito in America?”. E ancora: “Noi la guerra non la paghiamo” e “La Polimeni progetta bombe”, in un crescendo di contestazione verso la governance dell’ateneo.
Non sono mancati i riferimenti alla politica nazionale. Tra i cartelli esposti durante la manifestazione, alcuni ritraevano i volti della premier Giorgia Meloni, dei suoi ministri e della segretaria del Pd Elly Schlein, tutti accompagnati dalla scritta “Complice del genocidio”. Un messaggio che evidenzia come la protesta non si limiti alla dimensione accademica, ma si estenda alla critica delle scelte politiche italiane sul conflitto in Medio Oriente.
Il riferimento alla Flotilla – l’iniziativa di navi con aiuti umanitari dirette verso Gaza – è stato ripetuto più volte durante la manifestazione: “Se bloccano la Flotilla, noi blocchiamo la città”. Un messaggio che suona come un avvertimento e che lascia presagire ulteriori mobilitazioni nelle prossime settimane.
Sul posto erano presenti le forze dell’ordine, con agenti schierati all’interno della città universitaria e una camionetta parcheggiata all’esterno del campus, pronta a intervenire qualora i manifestanti avessero deciso di estendere il corteo alle strade del quartiere circostante. Per il momento, però, la protesta è rimasta confinata all’interno delle mura dell’ateneo.
La mobilitazione di oggi si inserisce in un clima di crescente attivismo studentesco alla Sapienza, dove le questioni internazionali si intrecciano sempre più con le rivendicazioni locali sulla gestione universitaria. Resta da vedere se e come l’amministrazione accademica risponderà alle richieste degli studenti, in un momento in cui le università italiane sono sempre più al centro del dibattito sulle collaborazioni internazionali e sul ruolo che gli atenei devono assumere rispetto ai conflitti globali.