di Giorgio Stirpe
Vola in vetta alla classifica il Frosinone tra gli occhi dei tifosi sgranati, quasi increduli per ciò che stanno vedendo in questo inizio di stagione, dopo quella a dir poco travagliata terminata a Maggio scorso.
Il match contro il Cesena ha messo di fronte due delle squadre più in forma del campionato. Il Frosinone ci è arrivato con tanti acciaccati, l’ultimo dei quali Cittadini. Una consuetudine, purtroppo, per il club ciociaro che, da almeno un paio di anni, è perseguitato dalla sfortuna.
Alvini lo sa, non si preoccupa, non lo ha mai fatto, e da inizio stagione va avanti con quei calciatori (integri) che restano a disposizione, potendo contare sulla rosa profonda che gli è stata messa a disposizione del DS Castagnini. Un gruppo che, se all’inizio era stato accolto con tiepidezza dall’ambiente, si è fatto largo sbucando dalla nebbia, a suon di ottime prestazioni.
Ecco allora che l’allenatore ha riproposto la stessa difesa di Mantova, composta da Monterisi e Calvani centrali, A. Oyono e Bracaglia sugli esterni, davanti al portiere Palmisani; i due mediani inamovibili e imprescindibili Calò e Koutsoupias; Kvernzadze, Ghedjemis e Kone sulla trequarti a sostegno di Raimondo, riferimento centrale, tornato titolare dopo aver risolto i suoi problemi di salute.
Quella sfornata contro i romagnoli è stata probabilmente la migliore performance stagionale ed ha confermato la caratteristica che più di tutte sta crescendo in questa squadra: la voglia (e la forza) di dominare la partita, così come accaduto nel primo tempo contro il Sudtirol, a Mantova per l’intero match e a sprazzi in altre gare.
I giallazzurri hanno spazzato via il Cesena macinando gioco sin dal fischio iniziale dell’arbitro. Il tecnico canarino ha costruito un gioco corale senza anelli deboli. I giallazzurri arrivano, sempre, da tutte le parti ad attaccare la porta. Sugli esterni le giocate di Kvernadze e Ghedjemis, in mezzo gli inserimenti dei centrocampisti e i movimenti di Raimondo, da dietro gli sganciamenti dei difensori: tanti uomini portati nella metà campo avversaria con una intensità e abnegazione che difficilmente si vede in questa categoria.
Il Cesena si è salvato in diverse circostanze durante il primo tempo (palo di Monterisi e interventi del portiere Klinsmann), ma nulla ha potuto di fronte al veemente inizio di ripresa dei giallazzurri, tornati ancora più carichi in campo dopo l’intervallo e stavolta più concreti e cinici nei sedici metri.
Nel giro di 10 minuti la doppietta di Raimondo (47’ e 52’) e il gol di Ghedjemis (56’) i giallazzurri hanno ammazzato la partita chiudendola a doppia mandata se non fosse stato per l’ingenuità di Kvernardze che ha commesso un fallo sciocco al 62’ ed è stato espulso con rosso diretto.
Un episodio che ha ridato un minimo di fiducia al Cesena, le cui sfuriate offensive sono state comunque ben controllate dal Frosinone, ad eccezione dell’episodio del 76’ che ha consentito a Ciervo di segnare la rete della bandiera.
Aspettando il Modena, i giallazzurri tornano in vetta alla classifica e, per il momento, evitano di sognare perché il cammino è ancora lunghissimo. Il Venezia, avversario di sabato prossimo, è già nel mirino.
LE PAROLE DEL TECNICO DEL FROSINONE ALVINI
La squadra sta benissimo, corre, abbiamo fatto un grande secondo tempo. Abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto una partita straordinaria, a Mantova ci eravamo, a livello mentale, rilassati e dovevamo crescere sotto questo aspetto. E’ stata una vittoria meritata arrivata al termine di una partita ben giocata dalla squadra sotto il punto di vista tecnico, fisico e mentale, complimenti ai miei calciatori. Abbiamo avuto occasioni anche nel primo tempo contro una squadra esperta che lo scorso anno aveva fatto dieci punti più di noi. La prestazione dei ragazzi è stata di grande valore.
LE PAROLE DELL’ALLENATORE DEL CESENA MIGNANI
Nel primo tempo siamo stati un po’ timidi e abbiamo concesso troppo al Frosinone, nel secondo tempo due gol presi su palla inattiva e la partita è cambiata lì. Ci sono stati nostri demeriti, sulle punizioni e i calci piazzati bisogna essere cattivi. Penso che i nostri avversari hanno tanti meriti, stanno facendo partite eccellenti, siamo venuti qui a giocarcela cercando di limitare le fonti del gioco dei ciociari e ripartire, riuscendoci poco. Dovevamo essere più dentro la partita ma, probabilmente è stata responsabilità mia se non ci siamo riusciti.