La Biblioteca Comunale di Anagni è finita al centro di un acceso confronto politico che vede contrapposti il gruppo consiliare LiberAnagni e l’assessore alla Cultura Carlo Marino. Al centro della disputa, la qualità del servizio offerto ai cittadini e il futuro di una struttura che per anni ha rappresentato un punto di riferimento culturale per l’intera comunità.
La vicenda nasce dalle numerose segnalazioni di cittadini anagnini che hanno denunciato disservizi crescenti nella gestione della biblioteca. Secondo quanto riportato da LiberAnagni in una nota ufficiale, la situazione si sarebbe deteriorata progressivamente a seguito del pensionamento delle figure professionali storiche che per decenni hanno garantito il corretto funzionamento della struttura.
Il gruppo consiliare ha raccolto le lamentele di famiglie, studenti e appassionati di lettura che si sono trovati di fronte a una realtà ben diversa da quella a cui erano abituati. Tra i problemi segnalati spiccano la chiusura della Sezione Ragazzi, particolarmente grave in quanto priva i più piccoli di uno spazio educativo fondamentale, e le interruzioni improvvise del servizio, comunicate con modalità giudicate inadeguate: un semplice foglio affisso alla porta e un recapito telefonico che i cittadini descrivono come “spesso irraggiungibile”.
“La Biblioteca Comunale è un patrimonio per Anagni“, sottolinea LiberAnagni nella sua nota, “un luogo dove bambini, giovani e adulti hanno potuto per anni consultare libri, studiare e organizzare eventi. Un valore costruito grazie al lavoro di figure professionali che ne hanno fatto un punto di riferimento“. Parole che richiamano l’attenzione sull’importanza strategica della biblioteca non solo come luogo di conservazione dei libri, ma come vero e proprio presidio culturale del territorio.
Dall’analisi degli atti ufficiali, il gruppo di opposizione ha ricostruito le mosse dell’Amministrazione comunale, che avrebbe optato per soluzioni temporanee: l’assegnazione provvisoria di una risorsa proveniente da un altro ufficio e la ricerca di una figura a tempo determinato. Scelte che, secondo LiberAnagni, non avrebbero ricevuto “chiara comunicazione” alla cittadinanza e che, soprattutto, “ad oggi non hanno risolto i disagi”.
La critica si fa più pungente quando il gruppo consiliare solleva una questione di metodo: “Poiché i pensionamenti erano un evento noto da tempo, perché non si è agito in anticipo per garantire la continuità del servizio, invece di ricorrere a soluzioni tampone?”. Una domanda legittima che tocca un punto sensibile della programmazione amministrativa e che si accompagna a un’altra richiesta: “È nei programmi dell’Amministrazione trovare una soluzione definitiva, magari attraverso bandi di concorso pubblico?”.
Per ottenere risposte concrete e trasparenti, LiberAnagni ha annunciato di star preparando un’interrogazione formale da presentare al prossimo Consiglio Comunale. L’obiettivo dichiarato è quello di “assicurare che la nostra biblioteca torni a essere quel luogo di cultura pienamente accessibile a tutti, come è sempre stato”.
La replica dell’assessore alla Cultura Carlo Marino non si è fatta attendere e ha assunto toni decisi. Sulla pagina “L’Anagnino” curata dal prof. Paolo Carnevale, docente e giornalista, dichiara: “non è assolutamente vero quanto dicono gli esponenti di LiberAnagni“, ha dichiarato l’assessore, entrando nel merito delle accuse. “La biblioteca funziona, anzi stiamo investendo per aumentare il personale della struttura. Respingiamo al mittente queste critiche pretestuose“.
Una risposta che sembra chiudere le porte al dialogo e che sposta il confronto su un piano più nettamente politico. L’assessore Marino rivendica dunque la piena funzionalità del servizio e annuncia investimenti per il potenziamento dell’organico, smentendo punto per punto la ricostruzione fornita dall’opposizione.
La polemica è ormai accesa e il dibattito si trasferisce ora nelle sedi istituzionali. Il prossimo Consiglio Comunale sarà l’occasione per un confronto pubblico e trasparente, dove l’Amministrazione dovrà fornire risposte precise sul piano definitivo per la gestione e il futuro della Biblioteca Comunale.
I cittadini anagnini attendono con interesse gli sviluppi di questa vicenda, nella speranza che il servizio possa tornare ai livelli di eccellenza che hanno caratterizzato per anni uno dei luoghi più amati della città. Al di là delle contrapposizioni politiche, resta centrale la questione della tutela del patrimonio culturale e del diritto all’accesso alla cultura per tutti i cittadini, indipendentemente dall’età e dal contesto sociale.
Ad integrazione dell’articolo qui sopra pubblicato, riportiamo – di seguito – la nota inviata in serata dall’assessore comunale Carlo Marino a questa redazione:
l gruppo consiliare LiberAnagni continua a tentare di confondere i cittadini, mistificando la realtà e inventando “casi” con il chiaro intento di parlare alla pancia di chi è disposto a credere che vada sempre tutto male.
È bene chiarire un punto: l’ex direttore della Biblioteca Comunale è andato in pensione ed è stato sostituito da una risorsa con titoli accademici e requisiti pienamente in linea con la mansione da svolgere. Lo stesso vale per tutte le figure che oggi operano nella struttura, selezionate per garantire competenze, continuità ed efficienza.
La verità è un’altra, e il consigliere con il suo “gruppo” la conosce bene: ciò che non riescono a digerire è l’annuncio del nuovo direttore del museo, un risultato di cui poche città possono fregiarsi. Invece di congratularsi con l’Amministrazione per aver finalmente restituito ad Anagni una figura di ruolo capace di valorizzare il patrimonio museale, preferiscono spostare l’attenzione su un’altra struttura, cercando pretesti e generando disinformazione.
È un copione già visto: se avessimo annunciato il direttore della biblioteca, avrebbero attaccato la Casa della Cultura; se fosse stata la Casa della Cultura, avrebbero puntato il dito sulla Sala della Ragione o sul Centro Anziani. Siamo abituati a questo gioco sterile, e non perderemo tempo a rispondere a chi preferisce alimentare polemiche invece di costruire.
Noi continueremo a concentrare tutte le energie nel lavoro per la comunità, condividendo con i cittadini i risultati già raggiunti e quelli ancora più ambiziosi che ci attendono. Invece di inventare storie, l’opposizione farebbe bene a lavorare con noi per il progetto di Capitale Italiana della Cultura: sarebbe una vittoria di tutti. Ma evidentemente preferiscono soffermarsi su qualche criticità marginale — inevitabile in ogni processo — piuttosto che guardare all’interesse collettivo.
E mi pongo una domanda: se il nuovo direttore del museo è bastato a mandarli fuori giri, cosa si inventeranno se a dicembre Anagni entrerà tra le dieci finaliste per Capitale Italiana della Cultura 2028?
Forse dovremo istituire una nuova sezione della biblioteca… quella dei romanzi di fantasia scritti da LiberAnagni.