Nella serata di ieri, gli agenti della Polizia di Stato hanno denunciato una donna residente nel capoluogo per uso di atto falso, dopo che è stata sorpresa alla guida con una patente ritenuta contraffatta.
L’episodio si è verificato intorno alle ore 19.00 lungo via Monti Lepini, arteria stradale del capoluogo ciociaro, dove una pattuglia della Squadra Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Frosinone, impegnata nei consueti controlli del territorio, ha intimato l’alt a un’autovettura in transito. Al volante c’era proprio lei, la donna che di lì a poco sarebbe finita nei guai.
Quando gli agenti hanno chiesto i documenti, l’automobilista ha esibito una patente di guida che, fin dal primo sguardo, ha insospettito gli occhi esperti dei poliziotti. Il titolo di guida presentava infatti caratteristiche anomale che non sono sfuggite ai controlli degli operatori, abituati a riconoscere anche le più sofisticate contraffazioni.
Non si sono fermati all’apparenza: gli agenti hanno proceduto immediatamente con accertamenti preliminari più approfonditi sul documento, che hanno fatto emergere ulteriori dettagli inequivocabili circa la falsità dello stesso. A quel punto, per la donna non c’è stato scampo.
La patente è stata sequestrata e sarà sottoposta ad accertamenti tecnici per confermare definitivamente la sua natura di documento falso. Nel frattempo, la donna è stata denunciata in stato di libertà per uso di atto falso, un reato che comporta conseguenze penali non trascurabili.
Ma le grane per l’automobilista potrebbero non finire qui. All’esito delle verifiche tecniche, qualora il documento dovesse risultare effettivamente contraffatto, alla donna verrà contestata anche una pesante infrazione al Codice della Strada per guida senza patente. Una violazione che prevede una sanzione amministrativa di 5.100 euro, una cifra che si aggiunge al procedimento penale già avviato.
L’operazione condotta dalla Questura di Frosinone testimonia l’efficacia dei controlli capillari sul territorio e la capacità degli agenti di individuare irregolarità anche dietro apparenze inizialmente credibili. Un caso che ricorda come l’utilizzo di documenti falsi rappresenti non solo un grave reato, ma anche un pericolo per la sicurezza stradale e per la collettività.