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    Roma bloccata dalla manifestazione per Gaza: centinaia di migliaia in piazza, scontri dopo il corteo pacifico

    marea umana da Porta San Paolo a San Giovanni: gli organizzatori parlano di un milione di persone, la Questura ne conta 250mila. Tensioni in serata con le Forze dell'Ordine
    4 Ottobre 20258 Mins Read
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    per le foto che qui pubblichiamo, ringraziamo i nostri amici e lettori Valerio, Alice, Cecilia, Valerio e tutti i ragazzi del gruppo “Rompiamo il silenzio – Anagni“

    La Capitale si è fermata oggi, sabato 4 ottobre 2025, per quella che è stata definita una delle più grandi manifestazioni degli ultimi anni. Roma è stata attraversata da un fiume umano di manifestanti scesi in piazza per la Palestina e per protestare contro quello che definiscono il genocidio a Gaza. La giornata, iniziata all’insegna della partecipazione pacifica e della solidarietà internazionale, si è conclusa con momenti di forte tensione nel centro storico, dove alcuni gruppi si sono scontrati con le forze dell’ordine ancora in corso nel momento in cui pubblichiamo questo articolo (ore 22.14).

    Il corteo nazionale, organizzato dalle associazioni palestinesi in Italia insieme a sindacati di base, collettivi studenteschi e sigle della sinistra, è partito alle 14:30 da Porta San Paolo, nel quartiere Ostiense, per raggiungere Piazza San Giovanni dopo un percorso di oltre tre chilometri attraverso alcune delle arterie principali della città. Le autorità avevano predisposto un imponente dispositivo di sicurezza, con chiusure al traffico e deviazioni di oltre trenta linee di autobus.

    La manifestazione ha visto una partecipazione straordinaria che ha superato ogni previsione. Gli organizzatori hanno parlato di un milione di persone, mentre la Questura di Roma ha stimato la presenza di circa 250mila manifestanti. Una cifra comunque eccezionale che testimonia il forte sentimento di solidarietà verso la causa palestinese che attraversa il Paese. Le previsioni della vigilia parlavano di 20mila partecipanti, ma già dalle prime ore del pomeriggio era evidente che l’affluenza sarebbe stata molto superiore.

    Il serpentone umano ha impiegato oltre tre ore per completare il percorso. Mentre la testa del corteo raggiungeva Piazza San Giovanni intorno alle 17:30, la coda si trovava ancora a Porta San Paolo, con manifestanti distanziati su una lunghezza di quasi tre chilometri. La stazione della metropolitana Colosseo è stata chiusa per motivi di sicurezza, mentre migliaia di persone continuavano ad affluire verso il punto di arrivo.

    Il corteo ha attraversato viale della Piramide Cestia, piazza Albania, viale Aventino, piazza di Porta Capena, via di San Gregorio, via Celio Vibenna, piazza del Colosseo, via Labicana e via Merulana, trasformando il centro storico in un palcoscenico di protesta e solidarietà. Le bandiere palestinesi hanno tinto di verde, rosso, nero e bianco le strade della Capitale, accompagnate da striscioni, cartelli e fumogeni colorati.

    Tra i simboli più presenti, quelli dedicati alla Freedom Flotilla, la flotta di navi partita da Otranto con l’obiettivo di portare aiuti umanitari a Gaza e fermata nei giorni scorsi dalle autorità israeliane. Molti manifestanti hanno portato con sé barche di cartone e striscioni con la scritta “equipaggio di terra”, in segno di solidarietà con gli attivisti detenuti e poi rilasciati da Israele. Durante la manifestazione è stato anche stabilito un collegamento telefonico con le imbarcazioni della Flotilla, attualmente ferme a Creta in attesa di poter proseguire verso la Striscia di Gaza.

    “Salutate un milione di persone qui in piazza per voi”, hanno detto gli organizzatori durante il collegamento. Dal ponte delle navi, gli attivisti hanno risposto ringraziando e definendo i manifestanti “la migliore risposta a questo Governo complice e criminale di Israele“. Un momento di forte emozione che ha coinvolto l’intera piazza, con applausi e cori di solidarietà.

    La manifestazione ha visto la partecipazione di numerosi esponenti politici, in particolare del centrosinistra. Una nutrita delegazione del Movimento 5 Stelle ha preso parte al corteo, guidata da Riccardo Ricciardi, capogruppo alla Camera, Alessandra Maiorino, vice capogruppo al Senato, Michele Gubitosa, vicepresidente del movimento, e Paola Taverna, vicepresidente vicario. Particolarmente significativa la presenza di Marco Croatti, il senatore pentastellato che faceva parte della Flotilla e che è stato accolto dagli applausi dei manifestanti al suo arrivo in piazza.

    Nicola Fratoianni, leader di Alleanza Verdi e Sinistra, ha dichiarato dal corteo: “Ci può essere sempre qualche frangia ma la guardassero questa piazza: è una piazza enorme, gigantesca, potrebbe diventare persino epocale. La metropolitana che mi ha portato qui era stracolma”. Fratoianni ha poi attaccato duramente il governo: “Questo governo ha trascinato nel fango la dignità della Repubblica con l’ipocrisia e la complicità. Non sono stati capaci di fare nulla di significativo, hanno solo insultato questo popolo in piazza”.

    Anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, ha partecipato alla manifestazione sottolineando come “chi manifesta salva l’onore dell’Italia”. “Giorgia Meloni oggi, ancora una volta, ha scelto di attaccare chi manifesta per la pace e contro il genocidio del popolo palestinese”, ha dichiarato Bonelli. “Dovrebbe invece ringraziare le cittadine e i cittadini che oggi come ieri sono scesi in piazza per chiedere lo stop del genocidio”.

    Tra i partecipanti anche diverse associazioni LGBT+, tra cui Arcigay, Mieli, Gaynet, Agedo, Gay Center, Famiglie Arcobaleno, che hanno sottolineato come “nessuna presunta lotta al terrorismo giustifica un genocidio”. Le associazioni hanno chiesto “l’immediato riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia e azioni concrete da parte dell’Unione Europea in linea con quelle giustamente prese contro la Russia di Putin“.

    La manifestazione si è svolta pacificamente per la maggior parte della giornata, con le forze dell’ordine che hanno vigilato a distanza permettendo il regolare svolgimento del corteo. Tuttavia, nel pomeriggio alcuni episodi hanno fatto temere possibili tensioni. Cinque minorenni provenienti da Pisa sono stati fermati nei pressi del Parco di Colle Oppio e trovati in possesso di caschi, fumogeni, bottiglie in vetro e bombolette spray. Durante il passaggio davanti alla sede della FAO in viale delle Terme di Caracalla, un petardo è stato lanciato verso le forze dell’ordine senza però causare incidenti.

    Nel corso del corteo, un gruppo di manifestanti ha iniziato a coprirsi il volto con cappucci, mascherine e occhialini protettivi, attirando l’attenzione dei poliziotti in borghese che hanno iniziato a monitorare da vicino la situazione. Questo ha spinto molte famiglie a lasciare preventivamente il corteo, temendo possibili disordini.

    Le tensioni sono esplose dopo la conclusione ufficiale della manifestazione, intorno alle 19:00. Mentre la maggior parte dei partecipanti lasciava Piazza San Giovanni in modo pacifico, un gruppo di circa duecento persone, molte delle quali incappucciate e vestite di nero, si è staccato dal corteo principale e si è diretto verso il centro storico. Gli scontri più violenti si sono verificati nei pressi della Basilica di Santa Maria Maggiore, in via Lanza e in via Merulana.

    Le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere i manifestanti che lanciavano oggetti e tentavano di sfondare i cordoni di sicurezza. In via Merulana un’Alfa Romeo è stata data alle fiamme, mentre in via Emanuele Filiberto e in Piazza Vittorio diversi cassonetti della spazzatura sono stati rovesciati in mezzo alla strada e incendiati. Alcuni negozi hanno riportato danni alle vetrine.

    Durante gli scontri, la polizia ha bloccato e identificato diverse persone in via Labicana e Piazza Santa Maria Maggiore. In via Lanza sono stati rinvenuti e sequestrati ordigni esplosivi artigianali. Una manifestante è stata soccorsa e trasportata in ospedale dopo essere stata trovata a terra nei pressi di Santa Maria Maggiore. Le immagini che hanno fatto il giro dei social media mostrano agenti in tenuta antisommossa che caricano con i manganelli anche manifestanti con le mani alzate in segno di pace.

    Secondo quanto comunicato dalla Questura, il gruppo di duecento persone che ha causato i disordini si era separato dal corteo principale con l’evidente intento di creare tensioni nel centro storico. Le forze dell’ordine hanno lavorato per isolare e identificare i responsabili, evitando che la situazione degenerasse ulteriormente.

    La manifestazione si inserisce in un contesto di forte mobilitazione a livello nazionale. Nei giorni precedenti, decine di piazze in tutta Italia avevano ospitato presidi e cortei per la Palestina, culminati venerdì 3 ottobre con uno sciopero generale che, secondo la CGIL, ha coinvolto oltre due milioni di persone in cento città. Il Viminale ha invece stimato 400mila partecipanti a 29 manifestazioni in tutto il Paese.

    La giornata del 4 ottobre è stata anche segnata da sviluppi sul fronte diplomatico internazionale. Hamas ha annunciato nella serata di venerdì un “sì condizionato” al piano del presidente americano Donald Trump per il rilascio degli ostaggi israeliani, aprendo a possibili negoziati al Cairo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto definendo la proposta “un passo avanti” ma precisando che Israele continuerà le operazioni militari fino allo “smantellamento” di Hamas.

    Intanto, ventisei cittadini italiani che facevano parte della Freedom Flotilla sono stati rilasciati dalle autorità israeliane e sono rientrati in Italia nella serata di sabato con voli della Turkish Airlines, che ha offerto il trasporto gratuitamente. Tra loro anche il giornalista di Fanpage.it Saverio Tommasi, che ha documentato l’intera vicenda dell’abbordaggio delle navi da parte della marina militare israeliana.

    La manifestazione di oggi ha dimostrato ancora una volta come la questione palestinese continui a mobilitare ampie fasce della società italiana, dai giovani studenti alle associazioni storiche, dai sindacati ai movimenti politici. Roma si è trasformata per un giorno in un palcoscenico di protesta internazionale, con una partecipazione che ha superato ogni aspettativa e che probabilmente segnerà un punto di riferimento per le future mobilitazioni.

    Tuttavia, gli scontri serali hanno riacceso il dibattito sulla gestione dell’ordine pubblico e sulla presenza di frange violente all’interno di manifestazioni altrimenti pacifiche. Le immagini delle cariche e degli incendi nel centro storico rischiano di offuscare il messaggio di solidarietà e giustizia che centinaia di migliaia di persone hanno voluto portare nelle strade della Capitale in questa storica giornata di ottobre.

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