Una città alle prese con rotture idriche continue e disservizi diffusi: ad Anagni la rete idrica si sta letteralmente sgretolando, con perdite d’acqua che interessano il centro storico, le zone periferiche e la zona industriale. Non si fa in tempo a intervenire su una tubatura danneggiata che subito se ne rompe un’altra, generando un effetto a catena che esaspera residenti e automobilisti, oltre a provocare uno spreco sempre più grave di risorse idriche.
La lentezza degli interventi aggrava ulteriormente la situazione: spesso tra la segnalazione dei cittadini e la riparazione effettiva passano settimane, se non mesi. Una condizione che sta alimentando rabbia e frustrazione tra gli abitanti, costretti a convivere quotidianamente con pozze d’acqua, strade dissestate e circolazione rallentata.
Nei giorni scorsi, a seguito di anagnia.com, è stata finalmente riparata la perdita che per diversi giorni aveva provocato disagi in via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Tuttavia, la tregua è durata poco: quasi in contemporanea è arrivata una nuova segnalazione per via San Magno, nei pressi degli impianti sportivi, dove una copiosa fuoriuscita d’acqua sta creando gravi problemi alla circolazione e un ulteriore spreco.
Non è stata invece ancora risolta la situazione in via Osteria della Fontana, dove una perdita d’acqua – già segnalata due volte da anagnia.com – continua dal mese di giugno scorso a generare un ambiente malsano e disagi notevoli per le famiglie che abitano nella zona.
Poco più avanti, a circa due chilometri di distanza, si registra un altro caso emblematico, anche questo già segnalato dal nostro giornale: un getto d’acqua di notevole portata fuoriesce da sottostrada e si riversa nei campi fino a lambire la autostrada Roma-Napoli, senza che ad oggi sia stato effettuato alcun intervento risolutivo, nonostante la segnalazione risalga a diverse settimane fa.
Quella delle perdite idriche è una questione strutturale che non riguarda solo Anagni, ma coinvolge l’intero territorio e i Comuni limitrofi, anch’essi alle prese con infrastrutture vecchie, riparazioni lente e gestione frammentaria. Un problema che, se non affrontato con serietà e tempestività, rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza ambientale e infrastrutturale.