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    Home » Biogas a Castellaccio: il TAR dà ragione alla società, il Comune di Paliano condannato dopo l’interrogazione del gruppo Insieme
    Politica

    Biogas a Castellaccio: il TAR dà ragione alla società, il Comune di Paliano condannato dopo l’interrogazione del gruppo Insieme

    Campoli, Moroni e Imperoli chiedono chiarezza dopo la sentenza che ha accolto il ricorso dell'azienda: in bilico il futuro dell'impianto in un'area già gravata dalla vicinanza con Collefagiolara
    18 Ottobre 20253 Mins Read
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    Paliano
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    Paliano – La questione del biogas a Castellaccio torna prepotentemente al centro del dibattito politico locale dopo la sentenza del TAR del Lazio che ha accolto il ricorso della Società Ingegneria Sostenibile Srl. A riaccendere i riflettori sulla vicenda sono le Consigliere comunali Eleonora Campoli, Emanuela Moroni e Paola Imperoli, del gruppo Insieme, che hanno depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al Sindaco di Paliano.

    La storia dell’impianto proposto in località Colle Carcavella – Castellaccio si trascina ormai da tempo e si intreccia con una gestione amministrativa che il TAR ha definito esplicitamente “contraddittoria”. Tutto parte dalla richiesta di autorizzazione avanzata dalla società per la realizzazione dell’impianto a biogas. In una prima fase, il Comune non si era espresso nei termini previsti dalla legge, creando così le condizioni per un silenzio-assenso che, di fatto, avrebbe potuto aprire la strada al progetto. Successivamente, però, l’Amministrazione comunale ha tentato di bloccare tutto annullando l’iter autorizzativo, una decisione che i giudici amministrativi hanno ritenuto irregolare poiché adottata senza la convocazione della Conferenza dei Servizi, un passaggio procedurale ritenuto fondamentale per la legittimità dell’azione.

    Il risultato è stato una condanna che pesa sulle casse pubbliche: il Comune di Paliano dovrà versare 5.000 euro di spese legali alla società ricorrente, oltre a dover fare i conti con una sentenza che riapre scenari incerti sul futuro dell’area.

    Proprio su questi punti le tre Consigliere del gruppo Insieme hanno chiesto risposte precise. Nell’interrogazione si domanda quali strategie intenda adottare l’Amministrazione dopo la pronuncia del TAR, se sia in programma un appello al Consiglio di Stato o se si stia valutando una diversa linea d’azione. Non solo: le Consigliere Campoli, Moroni e Imperoli vogliono conoscere le valutazioni politiche e tecniche del settore Urbanistica in merito alla localizzazione dell’impianto e comprendere le ragioni della condotta amministrativa bollata come contraddittoria dai giudici.

    Un nodo cruciale riguarda la presenza o meno di un piano di tutela del territorio che possa evitare l’insediamento di nuovi impianti in aree già pesantemente compromesse dal punto di vista ambientale, come quella del Castellaccio e le zone limitrofe di Paliano al confine con Anagni e Colleferro. Si tratta di territori che per anni hanno convissuto con la discarica di Collefagiolara, i cui effetti ambientali continuano ancora oggi a farsi sentire nelle aree circostanti, lasciando un’eredità pesante in termini di inquinamento e percezione del rischio da parte dei residenti.

    Secondo le tre Consigliere, il problema principale dell’impianto proposto sta nell’ubicazione e nella dimensione del progetto, giudicato da alcune parti tecniche irrealizzabile e sovradimensionato rispetto alle reali esigenze di smaltimento delle aziende agricole del territorio. Una sproporzione che solleva dubbi sulla sostenibilità ambientale ed economica dell’intervento.

    “Chiediamo chiarezza, trasparenza e responsabilità su una vicenda che riguarda la tutela del nostro territorio e la salute dei cittadini“, dichiarano con fermezza le Consigliere Campoli, Moroni e Imperoli. Le tre esponenti del gruppo Insieme sottolineano inoltre che “non possiamo rimanere indifferenti di fronte a questa situazione“, che inciderà principalmente sugli abitanti del quartiere Castellaccio. “Questo problema – aggiungono – non è solo di quei cittadini che per primi subiranno le conseguenze dei miasmi e della svalutazione delle proprie abitazioni, ma deve essere considerato un problema di tutta la cittadinanza”.

    La palla ora passa all’Amministrazione comunale, chiamata a fornire risposte concrete e a chiarire quale strada intenda percorrere per tutelare il territorio e i cittadini di fronte a una vicenda che si preannuncia ancora lunga e complessa.

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