Un’occasione storica perduta, un’opportunità economica sfumata, una sconfitta politica che pesa come un macigno sul futuro delle imprese del Lazio meridionale. È il quadro che emerge dalla seduta del 15 ottobre scorso in Commissione Bilancio al Senato, dove si è discussa la riforma della Zes, la Zona Economica Speciale del Mezzogiorno, e l’eventuale estensione alle province di Frosinone, Latina e Rieti.
A denunciare quello che definisce un vero e proprio “furto” ai danni dei territori laziali è il deputato della Lega Nicola Ottaviani, che in una nota stampa ricostruisce nei dettagli quanto accaduto nell’aula di Palazzo Madama, dove un voto ha di fatto escluso il Lazio Sud dalla possibilità di accedere a risorse superiori ai 2,5 miliardi di euro all’anno destinate alle imprese del Mezzogiorno.
La riforma che doveva cambiare tutto
La riforma della Zes, che ha incluso Marche e Umbria nella zona economica speciale, prevedeva la possibilità di far rientrare anche le province di Frosinone, Latina e Rieti. Il provvedimento era stato portato in sede deliberante, una corsia preferenziale riservata a pochissimi disegni di legge, proprio per accelerare l’iter e garantire certezze agli operatori economici.
Nei giorni precedenti alla discussione, secondo quanto riferisce Ottaviani, si era assistito a una vera e propria gara di dichiarazioni provenienti da tutti i partiti, sia di maggioranza che di opposizione, con rappresentanti politici che si erano “sbracciati” per far credere che avrebbero difeso “fino alla fine” gli emendamenti per l’inserimento delle province laziali. Promesse che, alla prova dei fatti, si sono rivelate carta straccia.
“Se non fosse per il dramma per le nostre economie locali che si è consumato, verrebbe proprio da ridere”, commenta amaramente il deputato del Carroccio, definendo quanto accaduto un vero e proprio “furto dei proventi delle nostre tasse” e del lavoro delle imprese del territorio, considerato che i fondi europei della Zes avrebbero dovuto essere destinati anche ai territori del Lazio Sud.
Gli emendamenti ritirati e il voto della discordia
Il resoconto della seduta di mercoledì, sottolinea Ottaviani, è “politicamente intollerabile, ma storicamente incancellabile”. Fratelli d’Italia ha ritirato e trasformato in ordine del giorno il suo emendamento 3.0.1 T2, che prevedeva l’istituzione di Zone Franche Doganali Intercluse nel Basso Lazio. Anche Forza Italia ha fatto marcia indietro, ritirando gli emendamenti 1.5 e 1.7 per l’estensione della Zes alle province laziali.
A quel punto, la Lega ha tentato una mediazione, portando al voto l’emendamento 3.2 che prevedeva l’estensione del credito d’imposta delle Zone Logistiche Semplificate alle province di Frosinone, Latina e Rieti. Una soluzione intermedia tra le semplici zone franche e il valore più ampio delle Zes, che avrebbe comunque permesso investimenti con credito d’imposta a favore delle imprese locali.
Il risultato del voto, però, racconta una storia di isolamento politico e di interessi divergenti. Come si legge nel resoconto ufficiale della Commissione Bilancio, hanno votato a favore dell’emendamento soltanto 6 commissari: 5 dell’opposizione e 1 della Lega. Contro, invece, si sono espressi 8 commissari, tutti appartenenti alla maggioranza.
“Il coraggio di dire la verità”
“Non servono commenti”, incalza Ottaviani, “perché è giusto che ognuno dei residenti in provincia di Frosinone, Latina e Rieti possa farsi un quadro libero e autonomo di quello che succede a Roma, dove alcuni continuano a sacrificare i nostri territori per ragioni la cui ‘nobiltà’ risulta difficile comprendere”.
Il deputato leghista lancia poi una sfida ai media locali e nazionali: “Nel giorno in cui si vaneggia sulla libertà di stampa, vedremo quanti hanno il coraggio almeno di pubblicare cosa sia davvero avvenuto sulla Zes, condannando le imprese dei nostrani territori, per i prossimi anni, a rincorrere le mancette degli spiccioli, mentre i provvedimenti strutturali si adottano per tutto il resto del Centro Sud Italia“.
Una denuncia che suona come un atto d’accusa non solo verso la maggioranza di governo, rea di aver voltato le spalle al Lazio meridionale, ma anche verso un sistema politico che, secondo Ottaviani, continua a penalizzare territori che da sessant’anni avrebbero diritto di accedere alle stesse risorse destinate al Mezzogiorno.
Ora resta da vedere se questa esclusione sarà solo l’ennesima occasione mancata o se, come auspica il deputato della Lega, diventerà il punto di partenza per una mobilitazione politica e sociale capace di rimettere al centro dell’agenda nazionale le esigenze del Lazio Sud e delle sue imprese.