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    Home » Il Tribunale di Frosinone dà ragione a Franco Stazi: ha agito con trasparenza e legalità quando era presidente della Pro Loco di Anagni
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    Il Tribunale di Frosinone dà ragione a Franco Stazi: ha agito con trasparenza e legalità quando era presidente della Pro Loco di Anagni

    dopo tre anni si chiude la controversia con la Pro Loco di Anagni: le richieste documentali dell'ex presidente erano legittime. Il giudice condanna l'associazione alle spese processuali. Franco Stazi: "si chiude un periodo buio"
    20 Ottobre 20254 Mins Read
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    la sede della Pro Loco di Anagni, in piazza Tommaso Gismondi
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    Tre anni di battaglia legale si chiudono con una sentenza che fa chiarezza: Franco Stazi, già presidente della Pro Loco di Anagni, aveva ragione a chiedere trasparenza. Il Tribunale di Frosinone ha dichiarato la cessazione della materia del contendere, ponendo le spese processuali a carico dell’associazione che si era opposta alle sue richieste documentali.

    La vicenda, che ha tenuto banco nella cronaca cittadina di Anagni dal 2022, trova oggi una conclusione inequivocabile. A renderlo noto sono stati lo stesso Stazi e il suo difensore, l’avvocato Emanuele Ricchetti, nel corso di una conferenza stampa convocata questo pomeriggio – 20 ottobre 2025 -per illustrare gli esiti favorevoli del procedimento giudiziario.

    Franco Stazi ed Emanuele Richetti

    Le richieste erano legittime e necessarie, ha sottolineato Ricchetti, evidenziando come il percorso processuale abbia scandito tappe chiare: dall’ordinanza di immediata esecutività del decreto ingiuntivo fino alla rinuncia all’azione da parte della Pro Loco di Anagni APS. Un iter che ha certificato come la condotta del sig. Stazi fosse pienamente coerente con i principi di legalità e trasparenza che devono regolare la vita di un’associazione di promozione sociale.

    Il nodo centrale della controversia riguardava il diritto del socio ad ottenere copia della documentazione sociale, strumento essenziale di controllo che va oltre la mera visione. Le obiezioni addotte per negare l’accesso – vincoli interni privi di adeguati riferimenti normativi e un uso improprio del richiamo alla privacy – sono cadute alla prova dei fatti davanti al giudice.

    Un punto particolarmente delicato della vicenda riguarda la cronologia degli eventi: alla data dei fatti contestati non era stato ancora prodotto alcun atto formale che dimostrasse l’immediata sostituzione del presidente, pubblicato solo successivamente. Ne deriva che la legittimazione all’accesso di Stazi, in qualità di socio e presidente in proroga, non era mai venuta meno e che i tentativi di impedirgli la consultazione della documentazione apparivano in contrasto con le norme statutarie.

    Particolare rilievo assume l’episodio del 4 agosto 2022, valorizzato anche in sede giudiziale e oggetto di ampio dibattito cittadino. Quel giorno Stazi, accompagnato dal suo precedente difensore, si recò presso la sede della Pro Loco per visionare ed estrarre copia della documentazione sociale. L’intervento dei Carabinieri fu strumentalizzato per insinuare la gravità e l’illegittimità della sua condotta.

    Franco Stazi

    Ma l’ordinanza del 25 marzo 2025, che ha concesso esecutività al decreto azionato, ha fatto definitiva chiarezza: il verbale di intervento dei Carabinieri attesta che Stazi aveva esercitato il suo diritto di consultazione in loco come previsto dallo statuto, mentre i responsabili dell’associazione avrebbero inteso precludere tale diritto anche nelle forme statutarie e regolamentari.

    Questo provvedimento restituisce dignità a un episodio che per Stazi ha rappresentato motivo di particolare disagio interiore e stress psicofisico, aggravato dalla rilevanza pubblica dell’evento e da una narrazione che restituiva un quadro opposto a quanto accertato in sede giudiziale.

    Da qui l’appello lanciato oggi dall’ex presidente alla città: “Ad Anagni le associazioni, soprattutto quelle in convenzione e con funzioni di interesse pubblico, devono essere accompagnate verso la trasparenza, non allontanate da essa”. Un richiamo alla necessità di garantire un percorso di leale collaborazione con tutte le voci cittadine, senza preclusioni.

    L’avvocato Ricchetti ha anche evidenziato come dai verbali acquisiti emerga un inopportuno avallo, quantomeno morale, di esponenti dell’amministrazione comunale a opzioni ostruzionistiche che hanno complicato la vicenda, quando invece sarebbero stati necessari mediazione e spirito di servizio.

    La sentenza – qui in formato .pdf -dissipa i dubbi e le insinuazioni che hanno accompagnato il dibattito cittadino, dimostrando che la richiesta di trasparenza non era pretestuosa ma doverosa. Per questo Stazi e il suo legale chiedono ora che vengano rettificati e smentiti gli articoli di stampa e le notizie circolate su testate locali negli ultimi anni, che descrivevano l’azione come meramente di disturbo o di poca sostanza giuridica.

    La pagina è voltata, ma resta un invito per l’intera comunità: lasciarsi guidare da correttezza, legalità e trasparenza, indirizzando tutte le energie – istituzionali e associative – verso la costruzione di una vera cultura della partecipazione.

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