I Carabinieri di Roma Porta Portese, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma – Pool Criminalità Grave e Diffusa, hanno assestato un duro colpo alle truffe che da anni colpiscono gli anziani della Capitale. Due persone sono finite in manette, accusate di aver orchestrato un sistema collaudato di raggiri ai danni delle fasce più vulnerabili della popolazione.
Le manette sono scattate in due momenti distinti. La mattina del 14 ottobre 2025, con la collaborazione dei Carabinieri della Stazione di Cariati, in provincia di Cosenza, è stato arrestato un 32enne calabrese. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico su ordinanza emessa dal Tribunale Ordinario di Roma – Sezione dei Giudici per le Indagini Preliminari. Secondo gli inquirenti, sarebbe gravemente indiziato di una truffa aggravata commessa nella Capitale nel novembre 2024.
Il secondo arresto risale invece al 2 ottobre 2025, quando i Carabinieri della Stazione di Napoli Poggioreale hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 30enne napoletano. Quest’ultimo è accusato di essere l’autore di due episodi di truffa aggravata e furto in abitazione avvenuti a Roma tra ottobre 2023 e gennaio 2024.
Il copione era sempre lo stesso, perfezionato nel tempo per risultare convincente. Gli indagati, in concorso con altre persone ancora in fase di identificazione, utilizzavano espedienti collaudati: la telefonata del “finto nipote in difficoltà” che aveva bisogno urgente di denaro per pagare un debito improvviso o per risolvere le conseguenze di un incidente stradale, oppure la chiamata del “finto avvocato” o del presunto rappresentante delle forze dell’ordine. Parole studiate per seminare panico e urgenza, per spingere le vittime ad agire d’impulso.
Le vittime, tutte persone anziane e spesso affette da patologie che ne limitavano le capacità di reazione, venivano così convinte ad aprire la porta di casa ai truffatori. Una volta all’interno delle abitazioni, i malviventi si facevano consegnare denaro contante e gioielli, sfruttando la fragilità fisica ed emotiva di chi si trovavano davanti.
Le indagini sono scattate dopo le denunce presentate dalle vittime presso la Stazione Carabinieri di Roma Porta Portese. Gli investigatori hanno lavorato con metodo certosino: analisi dei dati di traffico telefonico e telematico, studio delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, acquisizione di testimonianze. Un puzzle investigativo che ha permesso di raccogliere gravi elementi indiziari sul coinvolgimento specifico dei due arrestati e di ricostruire un volume d’affari stimato in circa 50.000 euro.
Un bottino che racconta storie di risparmi di una vita, di preziosi tramandati di generazione in generazione, sottratti con l’inganno a chi aveva semplicemente creduto di aiutare un familiare in difficoltà. L’operazione dei Carabinieri rappresenta un segnale importante nella lotta contro questo tipo di criminalità predatoria, che continua a mietere vittime tra le fasce più deboli della popolazione.



