Viterbo – Si riapre il capitolo giudiziario per U.M., il sessantenne netturbino di Fiano Romano che si era costruito un’identità fascinosa sui social, presentandosi come “sosia di Keanu Reeves” e attore dilettante. Condannato in primo grado a 9 anni e 10 mesi di reclusione per aver violentato tre donne dopo averle drogate, l’uomo ha presentato ricorso in appello. La Corte d’Appello di Roma ha fissato la prima udienza per il prossimo 10 dicembre.
Le vittime, tre donne conosciute attraverso Facebook, hanno subito violenze atroci: narcotizzate con sonniferi mischiati nelle bevande, sono state poi aggredite mentre erano incoscienti. Tra loro figura una 49enne di Alatri, in provincia di Frosinone, che il 10 dicembre 2022, pochi giorni prima di Natale, sarebbe stata filmata dall’aguzzino con il cellulare mentre si trovava in stato di incoscienza. Un particolare che ha aggravato ulteriormente la posizione dell’imputato: due delle tre vittime sarebbero state riprese e i video condivisi con amici dell’uomo.
Le altre due donne coinvolte nella vicenda risiedono a Mazzano Romano e Capranica. È stata proprio la cinquantenne di Mazzano Romano, narcotizzata, violentata e fotografata di nascosto, a far scattare le indagini con la sua denuncia del 16 gennaio 2023. Gli investigatori hanno poi scoperto che la prima aggressione risaliva al 25 settembre 2022, quando vittima era stata la donna di Capranica. Anche lei è stata informata dai poliziotti solo in un secondo momento, quando sul cellulare dell’imputato è stato rinvenuto il video girato mentre era incosciente.
Il processo di primo grado si è concluso il 14 ottobre dello scorso anno davanti al collegio del Tribunale di Viterbo. L’uomo, che lavora come operatore ecologico ma si era dato un’immagine da aspirante attore, aveva trascorso alcuni giorni in carcere prima di essere posto agli arresti domiciliari dal settembre 2023. Le accuse a suo carico sono pesanti: violenza sessuale plurima aggravata dalla somministrazione di sostanze stupefacenti e dalla condivisione illecita di materiale privato.
Il collegio giudicante ha disposto anche una provvisionale immediatamente esecutiva di 26mila euro da corrispondere alle vittime: 10mila euro a una delle tre parti civili e 8mila euro ciascuno alle altre due, in attesa di un più consistente risarcimento in sede civile.
Le tre donne si sono costituite parte civile e sono assistite dagli avvocati Bruno Novelli, Valerio Zappulla e Alessandro Moratti. La difesa dell’imputato, rappresentata dagli avvocati Francesco Mazzini e Fabio Frattini, ha presentato ricorso in appello dopo il deposito delle motivazioni della sentenza. Secondo i legali dell’imputato, l’accusa di violenza sessuale sarebbe insussistente e l’uomo dovrebbe essere assolto. In primo grado, la difesa aveva chiesto il minimo della pena limitatamente ai video condivisi.
Le indagini, inizialmente avviate dalla Procura di Tivoli, sono poi passate alla competenza di Viterbo, dove si è celebrato anche il processo. Ora la parola passa alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare l’intera vicenda e decidere se confermare o ribaltare la condanna.




