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    Home » Sanità Lazio in crisi: nel 2024 il 12% dei cittadini rinuncia alle cure, superata la media nazionale
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    Sanità Lazio in crisi: nel 2024 il 12% dei cittadini rinuncia alle cure, superata la media nazionale

    liste d'attesa infinite e costi proibitivi: cresce l'emergenza sanitaria regionale. Le opposizioni attaccano duramente la giunta del presidente Francesco Rocca mentre i dati Istat certificano un sistema in difficoltà
    7 Novembre 20254 Mins Read
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    La sanità laziale si trova ad affrontare una crisi sempre più profonda. I numeri parlano chiaro: nel corso del 2024, ben il 12% dei residenti del Lazio ha dovuto rinunciare a visite mediche, esami diagnostici o altre prestazioni sanitarie essenziali. Un dato allarmante che segna un peggioramento rispetto al 10,5% registrato nell’anno precedente e che supera ampiamente la media nazionale ferma al 9,9%. A certificare questa fotografia impietosa sono i dati dell’Istat, che accendono i riflettori su un diritto fondamentale sempre più difficile da garantire.

    Le ragioni di questa drammatica rinuncia sono individuate principalmente in due fattori: le liste d’attesa che si allungano a dismisura, rendendo impossibile ottenere una prestazione in tempi ragionevoli, e le difficoltà economiche che impediscono a molte famiglie di rivolgersi alle strutture private. Un circolo vizioso che sta mettendo a rischio la salute di migliaia di persone, in particolare quelle con minori disponibilità finanziarie.

    Sara Battisti, consigliera regionale del Partito Democratico, non usa mezzi termini nel commentare la situazione: “Un dato drammatico, che certifica il fallimento della gestione della sanità da parte della giunta Rocca e segna un arretramento gravissimo del diritto alla salute“. La rappresentante dem punta il dito contro un sistema che, a suo avviso, sta progressivamente spostando risorse verso il settore privato, lasciando indietro proprio chi ne avrebbe più bisogno.

    Cittadinanzattiva e la Fondazione Gimbe confermano questa analisi, evidenziando come la Regione Lazio stia sempre più delegando prestazioni ai privati pur di rispettare gli obiettivi fissati a livello nazionale. Una strategia che, secondo gli osservatori, sta impoverendo il sistema sanitario pubblico e aggravando le disuguaglianze territoriali e sociali. A questa situazione si aggiunge la cronica carenza di medici di base, pediatri e operatori sanitari, oltre ai tagli alla cosiddetta medicina di prossimità.

    Le conseguenze si fanno sentire in modo particolare nelle province, dove l’accessibilità ai servizi sanitari si fa sempre più problematica. Battisti cita l’esempio di Frosinone, dove la situazione è descritta come “sempre più drammatica”. Di fronte a questi numeri allarmanti, la consigliera regionale accusa il presidente Rocca di continuare a raccontare un miglioramento della sanità regionale che i dati smentirebbero categoricamente.

    In risposta alle dichiarazioni della consigliera regionale Sara Battisti, la presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Lazio, Alessia Savo, rivendica con decisione l’impegno concreto e senza precedenti della Giunta Rocca per il rilancio della sanità pubblica regionale.

    «Parlare di fallimento – afferma Savo – è una narrazione strumentale e lontana dalla realtà. Il governo Rocca ha avviato il più grande piano assunzionale mai realizzato nella storia della Regione Lazio: 14.000 nuove unità tra medici, infermieri, pediatri e operatori sanitari, con l’obiettivo di rafforzare la medicina territoriale e garantire cure accessibili a tutti».

    La presidente sottolinea inoltre le numerose misure messe in campo dal governo regionale: l’abbattimento delle liste d’attesa attraverso interventi mirati e un monitoraggio costante; investimenti straordinari in reparti, macchinari e tecnologie avanzate; progetti per nuovi ospedali e la ristrutturazione delle strutture esistenti; la digitalizzazione dei servizi sanitari per semplificare l’accesso alle prestazioni; e il rafforzamento della medicina di prossimità, con l’apertura di nuove Case di Comunità e il potenziamento dei servizi domiciliari.

    «I dati Istat – prosegue Savo – vanno letti con senso di responsabilità: il fenomeno della rinuncia alle cure è di carattere nazionale e deriva da anni di sottofinanziamento. Noi stiamo invertendo la rotta con risorse reali, una visione strategica e attenzione alle fasce più fragili. Basta con le polemiche sterili: la salute dei cittadini merita rispetto e lavoro serio».

    Sulla stessa lunghezza d’onda – invece – di Sara Battisti si colloca Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Pd e consigliera regionale del Lazio, che parla senza mezzi termini di “ennesimo fallimento”. Secondo Bonafoni, mentre la giunta regionale rivendica risultati e guarda con favore al settore privato anziché puntare sul rilancio del pubblico, la realtà fotografata dall’Istat racconta una storia completamente diversa, fatta di cittadini costretti a rinunciare alle cure per mancanza di alternative accessibili.

    Le forze politiche di opposizione chiedono ora un deciso cambio di direzione. Le richieste sono chiare: rivedere il sistema di accesso alle prestazioni sanitarie, procedere con nuove assunzioni di personale sanitario e garantire il corretto funzionamento delle Case di comunità, che secondo Bonafoni sarebbero state ridotte del 10% dalla giunta regionale e oggi rimarrebbero “strutture prive di funzioni per il territorio”. Servono, secondo le consigliere dem, “risposte vere, investimenti sul pubblico e una visione che rimetta al centro le persone”, per invertire una rotta che sta compromettendo un diritto costituzionale fondamentale.

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