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    Home » Sciopero generale il 12 dicembre: l’Italia si ferma contro la manovra del Governo
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    Sciopero generale il 12 dicembre: l’Italia si ferma contro la manovra del Governo

    la CGIL proclama la mobilitazione nazionale: salari, sanità e pensioni al centro della protesta. Anche il Lazio risponderà presente
    7 Novembre 20255 Mins Read
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    Il vento della protesta soffia forte sull’Italia intera: il prossimo 12 dicembre, un venerdì che si preannuncia incandescente, migliaia di lavoratori incroceranno le braccia in uno sciopero generale che attraverserà tutto il Paese da nord a sud, coinvolgendo settori pubblici e privati in una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi anni.

    La decisione arriva dall’Assemblea dei delegati della CGIL, riunita a Firenze nel corso dell’evento “Democrazia al lavoro”. A dare l’annuncio è stato Fulvio Fammoni, presidente dell’assemblea generale del sindacato, alla presenza del segretario generale Maurizio Landini. Una scelta che ha immediatamente acceso il dibattito politico e scatenato le reazioni del governo, con la premier Giorgia Meloni che non ha tardato a ironizzare sulla data scelta, un venerdì che potrebbe trasformarsi in un lungo week-end per i manifestanti.

    Ma al di là delle polemiche politiche, è la sostanza delle rivendicazioni a tenere banco. Nelle città italiane, risuonerà il grido di chi chiede salari più alti, una sanità pubblica che funzioni davvero, pensioni dignitose e il diritto a un lavoro stabile.

    “Riteniamo che questa sia una manovra ingiusta, sbagliata e la vogliamo cambiare”, ha dichiarato con fermezza Landini, puntando il dito contro la legge di bilancio del Governo Meloni. Il leader della CGIL non ha usato mezzi termini: “L’emergenza fondamentale in questo momento è il salario: c’è bisogno di aumentare i salari, questa manovra non lo fa”. Parole che rispecchiano il malcontento di milioni di lavoratori che vedono il proprio potere d’acquisto eroso dall’inflazione, mentre i rinnovi contrattuali languono e le promesse di rilancio economico restano sulla carta.

    Nel Lazio, la mobilitazione coinvolgerà lavoratori di ogni settore: dalle fabbriche agli uffici, dalle scuole agli ospedali. La CGIL di Frosinone Latina si prepara a scendere in piazza insieme ai cittadini, in una giornata che vuole essere non solo di protesta ma anche di proposta. Perché lo sciopero del 12 dicembre non è un semplice “no” alla manovra, ma un appello a cambiare rotta, a rimettere al centro le persone che con il proprio lavoro tengono in piedi il Paese.

    Fammoni ha sottolineato come la manovra economica presentata dal governo sia stata bocciata non solo dal sindacato, ma anche da istituzioni autorevoli come Banca d’Italia e ISTAT, che hanno evidenziato come i benefici vadano principalmente alle famiglie con redditi superiori a 50.000 euro. “Si tratta di una legge di bilancio che premia i più ricchi e non i più poveri, che incentiva le disuguaglianze, che prevede una crescita sostanzialmente zero, che non stanzia un euro per investimenti pubblici”, ha tuonato il presidente dell’assemblea.

    La risposta del governo non si è fatta attendere. Meloni ha affidato ai social la sua stoccata: “Nuovo sciopero generale della CGIL contro il governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?”, accompagnando il messaggio con un’emoticon perplessa. Un riferimento sarcastico al fatto che lo sciopero cada di venerdì, che ha fatto eco alla precedente affermazione della premier secondo cui “weekend lungo e rivoluzione non stanno insieme”.

    Anche il vicepremier Matteo Salvini ha rincarato la dose: “e chissà come mai, proprio di venerdì… Invitiamo Landini, per una volta, a rinunciare al weekend lungo e organizzare lo sciopero in un altro giorno della settimana”. Parole che però non hanno scalfito la determinazione del sindacato e dei lavoratori.

    Per Frosinone e provincia, lo sciopero del 12 dicembre rappresenta un momento cruciale. Il territorio ciociaro, da sempre caratterizzato da una forte presenza industriale e da un tessuto sociale attento alle questioni del lavoro, non può restare indifferente di fronte a una manovra che rischia di aggravare una situazione già difficile. I contratti nazionali di lavoro scaduti attendono da tempo il rinnovo, il settore pubblico lamenta carenze di personale e risorse, il precariato dilaga tra i giovani che faticano a costruirsi un futuro.

    “Ci rivolgiamo a tutte le persone perché il 12 dicembre siano con noi in piazza”, ha dichiarato Landini, annunciando che ci saranno manifestazioni in tutti i territori d’Italia. Un appello che risuona forte anche a Frosinone, dove la CGIL sta organizzando presidi e iniziative per garantire la massima partecipazione. L’obiettivo è dimostrare che esiste “la maggioranza di questo Paese, quella che tiene in piedi il Paese con il proprio lavoro, che chiede di essere ascoltata e che chiede di cambiare una logica sbagliata per noi non più sopportabile”.

    Lo sciopero generale del 12 dicembre non sarà isolato. Si inserisce in un autunno caldo di mobilitazioni, dopo lo sciopero generale indetto dall’USB (Unione Sindacale di Base) per il 28 novembre. Una stagione di proteste che testimonia il crescente disagio sociale e la richiesta di un cambio di rotta nelle politiche economiche del governo.

    Le richieste della CGIL sono chiare e dettagliate: rinnovo di tutti i contratti nazionali di lavoro, defiscalizzazione degli aumenti contrattuali per tutti i lavoratori pubblici e privati, stanziamento di risorse aggiuntive per i rinnovi dei contratti nel settore pubblico, piano straordinario di assunzioni e stabilizzazione del lavoro precario, investimenti per rafforzare il sistema universalistico a partire da sanità, istruzione ed enti locali, restituzione del fiscal drag e sua neutralizzazione.

    Lo sciopero coinvolgerà infatti anche i trasporti pubblici, con possibili disagi per autobus urbani ed extraurbani. Le fasce di garanzia saranno rispettate, ma è consigliabile informarsi preventivamente sugli orari e organizzare gli spostamenti con anticipo.

    Al di là delle polemiche sulla data scelta, resta il nodo politico di fondo: un Paese che cresce poco, dove i salari sono tra i più bassi d’Europa, dove la sanità pubblica soffre di carenze croniche, dove il precariato è la norma per troppi giovani. Il 12 dicembre sarà l’occasione per far sentire la voce di chi queste difficoltà le vive sulla propria pelle ogni giorno.

    Il Lazio, con la sua storia di lotte sindacali e conquiste operaie, non mancherà l’appuntamento. Perché quando si parla di diritti e dignità del lavoro, il territorio ciociaro ha sempre saputo far sentire la propria voce, forte e chiara.

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