La nuova campagna olearia 2025/2026 in provincia di Frosinone si apre con un dato allarmante: la produzione di olio extravergine d’oliva registra una contrazione stimata intorno al 45% rispetto alla stagione precedente. Un calo netto, che però non intacca la qualità del prodotto finale, giudicata “ottima” dagli esperti del settore.
Le stime diffuse da Coldiretti Frosinone parlano chiaro: sul territorio si produrranno circa 1.130 tonnellate di olio, a fronte di 10.280 tonnellate di olive molite, con una resa media dell’11%. Numeri ben inferiori rispetto alla scorsa annata, quando si erano superate le 2.050 tonnellate di olio con 16.600 tonnellate di olive lavorate.

Un andamento che, secondo Coldiretti, risente pesantemente degli effetti dei cambiamenti climatici: caldo anomalo, siccità prolungata e stress vegetativo hanno compromesso la fioritura e la maturazione dei frutti, incidendo in maniera diversa sulle varie zone della provincia.
“È una campagna impegnativa – spiega il presidente di Coldiretti Frosinone, Vinicio Savone – che sta mettendo a dura prova le nostre aziende. Nonostante ciò, i produttori e i frantoi stanno portando in bottiglia un extravergine di altissima qualità, frutto di dedizione, esperienza e amore per il territorio. I volumi calano, ma la qualità resta il nostro punto di forza”.

In tutta la provincia di Frosinone si contano oltre 22.500 ettari di uliveti, dove dominano le cultivar Marina e Ciera (note anche come Vallecorsana e Olivella), accanto a Rosciola, Leccino e Frantoio. A distinguersi per pregio e tipicità sono i monovarietali PAT “Marina” e “Ciera”, ormai simbolo dell’olivicoltura locale.
“Per dare stabilità al comparto – aggiunge Savone – bisogna accelerare su infrastrutture idriche e innovazione. Invasi, sistemi di accumulo, irrigazione efficiente e trasparenza di filiera sono scelte strategiche per garantire reddito e programmazione alle imprese. Solo così potremo contrastare frodi e speculazioni, valorizzando il vero olio extravergine della provincia di Frosinone”.
Un’annata complessa per tutto il Lazio
Il calo produttivo non riguarda solo il Frusinate. In tutto il Lazio, la produzione complessiva di olio si attesta intorno a 8.640 tonnellate, con una diminuzione media del 40% rispetto al 2024. Le province più penalizzate sono Viterbo (-50%), Roma (-40%), Latina (-44%) e Rieti (-40%).

Nonostante le difficoltà, la regione continua a distinguersi per la qualità del proprio extravergine, grazie all’impegno di aziende e frantoi che non rinunciano a standard produttivi elevati.
La testimonianza dei frantoiani
Una conferma arriva anche dal territorio. I titolari del Frantoio Fratelli Cesari di Anagni raccontano un’annata complessa:
“Nel nostro impianto – spiegano – arrivano le olive da Paliano, Piglio, Serrone, Acuto e Anagni. È stato un anno particolare: i nostri uliveti sono stati colpiti sia dalla mosca olearia sia dalla grandine. A Paliano, dove è diffusa la varietà Rosciola, la mosca ha danneggiato gran parte della produzione. Le olive che arrivano al frantoio hanno perso il colore verde smeraldo tipico dei frutti sani e, pur restando buone, danno un olio di qualità media. In molti casi, infatti, non possiamo considerarlo extravergine: le analisi evidenziano un’acidità superiore allo 0,8%”.
Un racconto che fotografa con realismo la stagione olearia 2025/2026: meno quantità, più difficoltà, ma una qualità che – dove le condizioni lo hanno permesso – resta un vanto per l’intera provincia di Frosinone.




