Roma – Non tutto è perduto per le province di Frosinone e Latina nella corsa all’inclusione nella ZES Unica del Mezzogiorno. Mentre il dibattito politico sembrava essersi arenato dopo le bocciature degli emendamenti in Commissione Bilancio al Senato lo scorso ottobre, un nuovo spiraglio si è aperto grazie all’intervento determinato dell’onorevole Nicola Ottaviani, deputato della Lega, durante l’audizione dell’11 novembre scorso (qui disponibile dal min. 50.01).
L’occasione è stata fornita dall’esame del disegno di legge che ha portato all’inclusione di Marche e Umbria nella Zona Economica Speciale, un provvedimento approvato definitivamente in queste ore dalla Commissione Bilancio in sede legislativa e ora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La misura permette autorizzazioni e semplificazioni, con le due regioni centrali che potranno beneficiare degli stessi strumenti già attivati nel Sud Italia.
Durante l’audizione del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega in materia di politiche per il Sud, Luigi Sbarra, Ottaviani ha posto con forza la questione dell’esclusione del basso Lazio, argomentando con precisione tecnica e passione politica le ragioni per cui le province di Frosinone, Latina e Rieti dovrebbero essere incluse nel perimetro della ZES.
Le parole del deputato ciociaro meritano particolare attenzione, non solo per la competenza dimostrata nella materia, ma soprattutto per l’approccio costruttivo e propositivo con cui ha affrontato la questione. Ottaviani ha esordito ringraziando il Sottosegretario Sbarra per la presenza e riconoscendo l’importanza del lavoro svolto dal Governo per Marche e Umbria, dimostrando quella lealtà istituzionale che spesso manca nel dibattito politico.
Il parlamentare della Lega ha ricordato come lo spirito della ZES Unica del Mezzogiorno, istituita nel 2023, sia stato proprio quello di inserire gli interi territori regionali, superando la frammentazione delle otto vecchie ZES che prevedevano solo porzioni dei territori. Un principio di equità territoriale che, secondo Ottaviani, dovrebbe essere applicato anche al basso Lazio.
Il cuore dell’argomentazione si basa sulla Carta europea degli aiuti di Stato e sull’articolo 107 3 C, che indica alcuni territori della Regione Lazio come “zone C non predefinite”. Si tratta degli ex nuclei industriali di Rieti, Latina e Frosinone, oltre a parte della provincia romana. Come ha sottolineato Ottaviani con lucidità, il profilo della finalità regionale nella Carta europea non corrisponde necessariamente a quello della geografia politica regionale italiana.
L’onorevole ha evidenziato un paradosso che rischia di creare veri e propri “buchi di gruviera” nella cartina della ZES Italia: come è possibile che la zona economica speciale parta dalle Marche per arrivare fino al Sud più profondo, saltando proprio quei territori del Lazio che storicamente e giuridicamente rientrano all’interno del 107 3 C della Carta europea degli aiuti di Stato?
Un elemento fondamentale emerso durante l’audizione, grazie anche alle testimonianze degli esperti Raffaele Colaizzo e Monica Lai, riguarda la natura della trattativa europea. Come ha spiegato Ottaviani, non esistono profili ostativi rispetto all’inserimento del basso Lazio. La trattativa europea, infatti, ha riguardato la compilazione della Carta europea degli aiuti di Stato, ma ogni singolo Stato membro ha poi la possibilità di includere un territorio anziché un altro, sulla base delle condizioni oggettive e soggettive previste.
Il deputato ha anche affrontato con competenza la questione delle misure alternative, come le ZLS (Zone Logistiche Semplificate), smontandone l’adeguatezza per le esigenze del territorio. Le ZLS, come ha spiegato Ottaviani, riguardano un settore determinato – la logistica – e per legge può essere istituita una ed una soltanto all’interno dei singoli territori regionali, purché ci sia lo sbocco al mare. Una misura quindi molto diversa dall’impianto della ZES, che prevede il credito d’imposta per tutti i settori produttivi.
Particolarmente apprezzabile è stato il plauso sincero rivolto da Ottaviani al Governo per l’attività svolta nell’inserimento di Marche e Umbria nella ZES. Un riconoscimento che va oltre gli schieramenti politici e che testimonia come il deputato della Lega abbia ben chiaro che l’obiettivo non è opporsi alle iniziative del Governo, ma estenderle anche ai territori che ne hanno diritto e necessità.
La situazione attuale vede le province di Frosinone e Latina in una condizione di grave svantaggio competitivo. Secondo le stime, si parla di una perdita superiore a 2,5 miliardi di euro l’anno in crediti d’imposta e agevolazioni. Dal 1° gennaio 2024 la Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno promette di rilanciare gli investimenti nel Sud, ma per il basso Lazio il confine rischia di diventare una barriera allo sviluppo.
I Presidenti delle Province di Frosinone e Latina, Luca Di Stefano e Gerardo Stefanelli, hanno indirizzato una lettera congiunta alla Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e al Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, sottolineando come l’estromissione delle due province crei un grave squilibrio competitivo rispetto alle imprese delle regioni limitrofe che beneficeranno di agevolazioni fiscali e amministrative.
Le richieste sono chiare: l’inserimento delle province di Frosinone e Latina nel perimetro della ZES Unica del Mezzogiorno, oppure, in subordine, l’adozione di misure compensative come l’estensione dei benefici fiscali e amministrativi alle zone contigue, l’incremento degli aiuti di Stato e l’implementazione di una ZLS rafforzata.
La battaglia di Nicola Ottaviani non è solo tecnica o amministrativa, ma rappresenta la difesa di un diritto fondamentale: quello alla parità delle condizioni di mercato. Come ha affermato lo stesso deputato, le imprese del basso Lazio hanno il diritto di “concorrere ad armi pari” con quelle localizzate nei territori limitrofi che beneficiano dei contributi della ZES.
L’intervento dell’onorevole Ottaviani in Commissione Bilancio rappresenta un momento di svolta nel dibattito sulla ZES e sull’inclusione del basso Lazio. La sua capacità di coniugare competenza tecnica, passione politica e lealtà istituzionale ha riacceso le speranze di un territorio che rischia di rimanere schiacciato tra le agevolazioni concesse ai territori limitrofi.
Il messaggio è chiaro: non tutto è perduto. La questione del basso Lazio nella ZES è ancora aperta e richiede un impegno corale di tutte le forze politiche e istituzionali. Come ha concluso Ottaviani, l’obiettivo è “valorizzare ulteriormente la ratio di questo provvedimento” ed evitare che sia necessario “ritornarci successivamente anno per anno”.
La palla ora passa al Governo e al Parlamento. Le argomentazioni di Ottaviani, supportate dalle indicazioni degli esperti e dalla Carta europea degli aiuti di Stato, offrono una solida base giuridica per l’inclusione del basso Lazio. La speranza è che questa occasione non venga sprecata e che le province di Frosinone, Latina e Rieti possano finalmente accedere agli strumenti di sviluppo di cui hanno diritto e necessità.




