La questione della gestione dei rifiuti ad Anagni torna prepotentemente al centro del dibattito politico e cittadino. La recente e cospicua stangata sulla TARI (Tassa sui Rifiuti) a Anagni, deliberata dall’Amministrazione comunale, ha innescato una veemente polemica che vede schierati contro il Comune i cittadini, esasperati dai disservizi, e un fronte compatto di forze politiche di opposizione. L’aumento dell’imposta, infatti, sembra in stridente contrasto con la qualità del servizio offerto, che molti definiscono “indecoroso” e “inadeguato”.
A dare il via al dibattito è stata la voce diretta di un residente. Un cittadino, infatti, ha descritto in una missiva la situazione grottesca e disagevole in cui versa il civico 31 della zona San Giorgetto. L’aumento della tassa, secondo la sua testimonianza, potrebbe essere tollerato solo a fronte di un’efficienza notevolmente migliorata. La realtà, invece, è ben diversa: la fornitura iniziale di contenitori per la differenziata era insufficiente ed è stata “tamponata” con soluzioni di fortuna.
Il risultato? Un vero e proprio guazzabuglio di bidoni di ogni forma, dimensione e colore “fuori standard”, ottenuti – spiega – persino con la “collaborazione di amicizie e raccomandazioni”. Una situazione surreale che ha costretto gli abitanti a ricorrere all’uso di pennarelli per apporre a mano la tipologia di rifiuto, trasformando un servizio pubblico in una scenetta da commedia amara.

Un’altra lettrice segnala invece una situazione di forte disagio in via Giacomo Matteotti, ad Anagni. «La rotonda, una piazzetta storica del quartiere, è ormai diventata un vero e proprio deposito di rifiuti: uno spettacolo indecoroso. L’area è frequentata da persone di tutte le età e, sinceramente, non è più possibile neppure sedersi. Vi lascio immaginare cosa accade durante l’estate. Come si vede dalle foto, un tempo qui c’era una bella fontana, oggi completamente deturpata e colma di acqua stagnante».
Sul versante politico, l’indignazione è stata formalizzata da una nota congiunta dei circoli locali di PD Anagni, Sinistra Italiana Anagni, Movimento 5 Stelle Anagni e Possibile Anagni. Le forze politiche, pur riconoscendo la funzione essenziale delle imposte per garantire servizi fondamentali (salute, sicurezza, istruzione e ambiente), contestano l’incremento tariffario a fronte di un servizio rimasto invariato o, peggio, deteriorato.
Secondo le opposizioni, l’innalzamento degli importi è un dato di fatto innegabile, in contrasto con le rassicurazioni dell’Amministrazione che aveva giurato di non voler mai aumentare il carico fiscale sui residenti. Tra le carenze più evidenti spiccano la mancata realizzazione, attesa da anni, dell’isola ecologica comunale e lo spreco di risorse per l’installazione di piccole isole ecologiche private, costate oltre 30.000 Euro, quasi sempre fuori uso o addirittura misteriosamente svanite nel nulla.

Viene sollevata anche la questione del ritiro dei rifiuti in alcune zone della città, in particolare presso le scuole, dove il mancato rispetto dei tempi trasforma le pertinenze in vere e proprie “discariche a cielo aperto” a causa della mensa.
Il nodo cruciale per le opposizioni è la gestione del contratto con la ditta De Vizia, responsabile della raccolta e dello smaltimento. Invece di contestare e sanzionare le palesi inadempienze contrattuali, l’Amministrazione comunale avrebbe addirittura optato per una nuova proroga. Nel frattempo, sui cittadini fioccano multe salate per il mancato rispetto delle normative sulla raccolta differenziata.
A questo proposito, si rievoca una controversa dichiarazione del Sindaco Natalia rilasciata a marzo, secondo cui la responsabilità del problema rifiuti non sarebbe né dell’Amministrazione né della De Vizia, ma risiederebbe unicamente nell’«inciviltà di alcuni cittadini» definiti “sporcaccioni”. Una conclusione che, secondo le opposizioni, non fa altro che scaricare l’onere della colpa sui residenti, ignorando i palesi disservizi. L’appello finale è per maggiore trasparenza, controlli reali e una gestione che privilegi l’interesse pubblico su quello dei privati.
Una posizione simile è espressa dal movimento civico LiberAnagni, che parla apertamente di una «gestione indecorosa dei rifiuti» e di una «mancanza di rispetto alla città». Anche LiberAnagni sottolinea che i residenti continuano a pagare per un servizio scadente e in proroga (dal 2023), nonostante gli impegni strutturali disattesi, primo fra tutti la creazione dell’isola ecologica.
L’associazione critica la ripetizione di un copione dove la TARI aumenta e la qualità peggiora, il tutto gestito in proroga e senza alcuna chiarezza sulle motivazioni o sulla pianificazione futura. La domanda retorica che echeggia è: è questa la “Anagni in movimento” che era stata promessa?
In sintesi, a Anagni la discussione sulla tassa rifiuti si è trasformata in un amaro scontro tra la frustrazione popolare per un servizio che non decolla e la linea difensiva di un’Amministrazione che, secondo le minoranze, elargisce proroghe invece di sanzioni, lasciando i cittadini a fare i conti con bidoni disomogenei e tariffe sempre più pesanti.




