Quasi dodici mesi di attesa, lavori – in alcune zone – già completati ma servizio fantasma. È questa la paradossale situazione che stanno vivendo molti residenti di diverse aree di Anagni, dove la tanto attesa fibra ottica resta un miraggio nonostante le infrastrutture siano state installate da tempo.
La vicenda, che assume i contorni di un vero e proprio caso burocratico, ruota attorno a un errore apparentemente banale ma dalle conseguenze paralizzanti: emblematico – ad esempio – il caso di via Santa Cecilia, periferia della città, dove le centraline della fibra sono state montate sui pali della luce anziché su quelli della rete telefonica. Un dettaglio tecnico che sta impedendo a Open Fiber – si occupa della costruzione e gestione di un’infrastruttura di rete in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home), operando come operatore wholesale – di procedere con l’attivazione del servizio, creando un impasse che coinvolge anche Enel, chiamata in causa per lo spostamento delle apparecchiature.
“Terminati i cantieri, ci hanno lasciato con le centraline installate nel posto sbagliato”, denuncia un residente della zona che ha deciso di rivolgersi alla nostra redazione. “Open Fiber non può completare l’installazione se Enel non sposta le centraline sui pali del telefono. Nel frattempo, noi restiamo tagliati fuori dalla connessione veloce”.
La situazione appare ancora più paradossale se si considera che, secondo quanto riferito dall’operatore, la zona risulterebbe già coperta dal servizio. Una copertura però solo sulla carta, che non si traduce in connettività reale per chi abita in quella strada della città. Il nostro lettore racconta di aver atteso tre mesi prima di decidere di segnalare pubblicamente il problema, nella speranza che l’esposizione mediatica possa sbloccare una situazione ferma al palo.



Le fotografie che ci sono state inviate documentano lo stato attuale delle infrastrutture: centraline che pendono dalla rete elettrica, in attesa di una sistemazione che tarda ad arrivare. Un quadro che solleva interrogativi sulla pianificazione e il coordinamento tra i diversi enti coinvolti nella realizzazione delle opere di digitalizzazione del territorio.
Il caso di via Santa Cecilia – come detto – non è isolato e riguarda non solo la città di Anagni ma diversi altri Comuni viciniori, riportando all’attenzione il tema della banda ultralarga nelle aree urbane, dove spesso i progetti si scontrano con difficoltà operative legate alla gestione delle diverse reti infrastrutturali. La mancata comunicazione tra operatori e gestori delle reti rischia di vanificare gli investimenti e di lasciare intere comunità nell’attesa di un servizio ormai considerato essenziale.
I residenti chiedono ora risposte concrete e tempi certi, nella preoccupazione che quella che doveva essere una connessione ultraveloce si trasformi in un’incompiuta tecnologica. La speranza è che il problema venga risolto rapidamente, evitando che l’anno di attesa si trasformi in un tempo indefinito.




