Un viaggio nella memoria collettiva, tra le mura secolari che custodiscono storie di solidarietà e coraggio. Sabato 15 novembre, l’antica Certosa di Trisulti ha fatto da cornice a un evento dal forte impatto emotivo: La Certosa di Trisulti e gli sfollati del ’44 – Una storia da raccontare, manifestazione organizzata dall’Associazione Trisulti Bene Comune, in stretta collaborazione con il Ministero della Cultura – Direzione Regionale Musei Nazionali Lazio, per commemorare l’ottantesimo anniversario della morte di Padre Michele Celani, monaco certosino che incarnò i valori di accoglienza e protezione durante i tragici eventi della Seconda Guerra Mondiale.

La partecipazione è stata davvero significativa: un folto pubblico ha gremito gli spazi della Certosa, tra cui numerosi discendenti degli “Sfollati del ’44”, giunti anche da fuori regione per rendere omaggio a quella pagina di storia che ha visto i loro avi trovare rifugio e salvezza. Particolarmente toccante la presenza di cinque familiari di dom Michele Celani, arrivati direttamente dalla Spagna per onorare la memoria del loro illustre congiunto.
L’atmosfera è stata intessuta di emozione profonda grazie alle narrazioni appassionate di Damiana Leone e Giordano Cedrone, che hanno saputo dare voce alle testimonianze del passato, accompagnati dalle suggestive melodie a tema eseguite dal gruppo musicale I Trillanti. Un connubio perfetto tra parola e musica che ha saputo catturare l’attenzione e commuovere i presenti.
L’evento si è aperto con un momento di particolare solennità: la lettura del messaggio inviato dall’Arcivescovo Santo Marcianò, Vescovo delle Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e di Anagni-Alatri, affidato alla voce della Presidente dell’Associazione Trisulti Bene Comune, l’avvocato Maria Elena Catelli. Nelle sue parole, il presule ha espresso sentimenti di “ammirazione e stima” per l’impegno profuso nel mantenere viva la memoria dell’accoglienza certosina durante i drammatici avvenimenti del 1944, quando migliaia di persone cercarono scampo dalla violenza bellica.
A portare i saluti istituzionali della Direzione Regionale Musei Nazionali Lazio è intervenuta la dottoressa Valentina Esposito, funzionario della Direzione, che ha trasmesso il messaggio della Direttrice Regionale dottoressa Elisabetta Scungio e dell’architetto Ursula Piccone, Direttrice della Certosa.
La giornata ha visto la presenza di importanti rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali: il Sindaco di Alatri, il Sindaco di Ferentino e il deputato Nicola Ottaviani. Quest’ultimo, nel suo intervento istituzionale, ha sottolineato con forza l’alto valore artistico e storico del complesso monumentale e, scandendo con particolare enfasi le parole “la Certosa non si tocca”, ha riconosciuto l’immenso valore affettivo che il territorio nutre per questo gioiello architettonico, impegnandosi solennemente a salvaguardarlo con ogni mezzo possibile.
Dopo un illuminante prologo storico curato dal Professor Gioacchino Giammaria, ha preso avvio la vera e propria narrazione, costruita attraverso la lettura di brani estratti da documenti d’archivio e diari dell’epoca. Il filo conduttore è stato l’accoglienza senza distinzioni che i monaci di Trisulti riservarono a chiunque cercasse rifugio tra le mura della Certosa, in quei tempi così bui e difficili.

Un’accoglienza che l’Arcivescovo Marcianò ha descritto con parole di rara intensità: “Questa accoglienza si è consumata nel silenzio… Il silenzio della riservatezza e del segreto… Ma anche il silenzio della gratuità che non fa clamori, non fa notizia… Accoglienza e silenzio, dunque, sono le parole che certamente interpretano le storie che oggi ricordate e che restano scritte, impresse nelle mura della nostra bellissima Certosa”.
L’incontro ha rappresentato un’occasione preziosa per riaffermare il valore della memoria storica e il ruolo centrale della Certosa di Trisulti come simbolo di solidarietà, custode della storia e dell’identità profonda del territorio ciociaro. Un patrimonio immateriale che si intreccia indissolubilmente con quello architettonico e artistico, rendendo questo luogo ancora più prezioso per le generazioni presenti e future.




