Un’eco potente di riscatto e dignità umana sta per risuonare ad Anagni, portando alla luce una realtà drammatica, eppure troppo spesso celata, dello sfruttamento lavorativo in Italia. Venerdì 21 Novembre, alle ore 18:30, la Pizzeria Fantasia di Pizza ospiterà un evento di grande rilevanza civica e culturale: la presentazione del volume “Il mio nome è Balbir”, edito da People.
L’opera è frutto della collaborazione tra il sociologo e attivista Marco Omizzolo e il protagonista della vicenda, Balbir Singh, un nome che incarna la resistenza contro la moderna schiavitù. Il libro non è una semplice narrazione; è una denuncia cruda e necessaria delle condizioni disumane vissute da migliaia di braccianti nel cuore dell’Agro Pontino, a poco più di ottanta chilometri dalla capitale, Roma.
Il racconto di Balbir è agghiacciante: un’esistenza ridotta in catene, costretto a lavorare in una vera e propria trappola di sfruttamento. La sua retribuzione? Una miseria che oscillava tra i 50 e 150 euro al mese, una cifra irrisoria e offensiva per la fatica prestata. L’orrore si spinge oltre: per placare la fame, Balbir era costretto a sottrarre il cibo scartato che il suo datore di lavoro, in odore di vicinanza con diversi clan mafiosi, destinava ai suoi animali.
“Un inferno consumato in un paese che si dichiara democratico e fondato sul lavoro”, come sottolineato dagli stessi autori. Eppure, proprio in questa oscurità, la figura di Balbir si è elevata con una forza inaspettata. Egli ha scelto di non soccombere alla rassegnazione, ma di intraprendere una coraggiosa ribellione. La sua lotta per la libertà e la dignità ha messo a rischio la sua stessa incolumità in più occasioni.
Il suo percorso lo rende un uomo “in rivolta”, per usare l’espressione del filosofo Camus: la sua testimonianza e il suo esempio rappresentano oggi il più grande antidoto contro ogni forma di razzismo, fascismo, violenza, sfruttamento e, in ultima analisi, schiavismo. La sua storia di riscatto è un monito per la collettività e un invito ad aprire gli occhi sulle zone d’ombra della nostra società.
L’incontro anagnino vedrà la partecipazione, oltre che dell’autore Marco Omizzolo, anche di Danilo Grossi e Emanuela Piroli. Il dibattito sarà sapientemente guidato dallo scrittore Diego Protani che avrà il compito di scandagliare le profondità emotive e sociali del volume.
L’iniziativa si configura come un momento di riflessione cruciale. La cittadinanza è caldamente invitata a prendere parte a questa serata che promette di essere ben più di una semplice presentazione letteraria, ma un’autentica iniezione di consapevolezza civica.




