Ritorna ad Anagni uno dei dipinti più affascinanti realizzati dal maestro Giovanni Colacicchi, figura centrale del Novecento artistico italiano. A riportare in città l’opera è stato un collezionista anagnino che, dopo aver letto la notizia pubblicata ieri su anagnia.com, ha deciso di registrarsi all’asta online indetta dalla prestigiosa Casa d’Aste Pandolfini di Firenze, aggiudicandosi il quadro con una partecipazione lampo ma determinata. Le altre tre opere del pittore sono state invece acquistate da collezionisti diversi.

Al centro dell’asta spiccava “Il Sogno di Giacobbe”, presentato nella sua versione definitiva a olio su tela (127×127 cm) e accompagnato da uno studio preparatorio a matita nera su carta (253×190 mm). La storia del dipinto è complessa e affascinante: gli angeli posti sulla scala furono completamente ridipinti nel 1958, con le vesti trasformate in abiti moderni, segno di un processo creativo lungo e meditato.
Nella visione evocata dal pittore, la vallata tra Anagni e i Monti Lepini si apre in un paesaggio immerso nella luce lunare. Tra la figura di Giacobbe e la scala celeste si distende un prato punteggiato da piccole calle bianche: un dettaglio ispirato al viaggio che Colacicchi compì in Sudafrica nel 1935, dove fu colpito dalla delicatezza di questi fiori.
Il dipinto restituisce un profondo senso di nomadismo, racchiuso nella figura di Giacobbe che stringe il bastone, simbolo al tempo stesso del pastore e del viandante. Una scelta che sembra evocare, quasi in filigrana, le peregrinazioni che contraddistinsero la vita del maestro e il suo legame costante con le radici anagnine e con la sua terra d’origine, la provincia di Frosinone, dalla quale trasse ispirazione per molte delle sue opere.
“Il Sogno di Giacobbe” vanta una lunga storia espositiva: dalla mostra alla Galleria Firenze nel 1950 a quella ospitata nel Palazzo Comunale di Anagni nel 1974, fino alla grande retrospettiva del 2014 al Museo di Villa Bardini. L’opera, ampiamente studiata dalla critica, è riportata in numerose pubblicazioni specialistiche ed è considerata una delle più rappresentative dell’intero percorso artistico di Colacicchi.
Il ritorno del quadro ad Anagni non è soltanto il risultato di un fortunato rilancio d’asta, ma un gesto di amore verso il patrimonio culturale locale. Un frammento di storia artistica che torna finalmente a casa.




