La giustizia ha fatto il suo corso e, dopo anni di iter giudiziario, è arrivata la condanna definitiva per una 35enne di Isola del Liri, cittadina della Ciociaria nota per la sua suggestiva cascata nel centro storico. La donna, già conosciuta alle Forze dell’Ordine, dovrà scontare una pena in regime di detenzione domiciliare per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Isola del Liri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di “applicazione di pena definitiva in regime di detenzione domiciliare”, emessa dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cassino. Il provvedimento riguarda reati commessi nell’anno 2018, quando la giovane donna si sarebbe resa responsabile di attività di spaccio di droga sul territorio.
I militari operanti, dopo aver rintracciato la 35enne, hanno provveduto alla notifica del provvedimento giudiziario. Una volta espletate le formalità di rito, la donna è stata tradotta presso la sua abitazione, dove sconterà la pena comminata dall’Autorità Giudiziaria: 11 mesi e 27 giorni di reclusione in regime di detenzione domiciliare.
Il caso si inserisce nel più ampio contesto della lotta al traffico di sostanze stupefacenti che continua a impegnare le forze dell’ordine del territorio della provincia di Frosinone. La detenzione domiciliare, come misura alternativa al carcere, consente alla condannata di scontare la pena presso la propria abitazione, sotto il controllo delle autorità competenti.
L’operazione dei Carabinieri testimonia l’attenzione costante rivolta al contrasto dello spaccio di droga anche nei piccoli centri della Ciociaria, dove il fenomeno, seppur meno evidente rispetto alle grandi città, continua a rappresentare una piaga sociale che richiede vigilanza e repressione.
La condanna definitiva, giunta dopo diversi anni dai fatti contestati, rappresenta il punto finale di un percorso giudiziario che ha visto la donna riconosciuta colpevole di reati legati agli stupefacenti. La scelta del regime domiciliare consente alla 35enne di scontare la pena mantenendo alcuni legami con il proprio contesto familiare e sociale, seppur sotto stretto controllo.




