Un momento di intensa riflessione e di impegno collettivo ha caratterizzato ieri la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne a Ferentino, dove l’Associazione Stare Insieme ha ospitato, insieme ad Anteas Frosinone, un incontro che ha saputo coniugare consapevolezza, informazione e partecipazione emotiva.
L’iniziativa si è aperta con i saluti di Giuliana Di Maruro e con la presentazione di un’opera artistica di forte impatto simbolico, realizzata da Noemi Bartolomucci. L’opera ha offerto uno spunto visivo ed emotivo che ha accompagnato l’intera giornata, diventando il filo conduttore di un messaggio di denuncia e speranza.
A guidare l’incontro è stata la moderatrice Daniela Paglia, che ha ripercorso le origini storiche del 25 novembre, istituito dall’ONU nel 1999 in memoria delle sorelle Mirabal – le Mariposas – attiviste domenicane uccise dalla dittatura di Trujillo. Paglia ha sottolineato come la violenza sulle donne non si esaurisca nel femminicidio, ma comprenda numerose forme di abuso: psicologico, economico e fisico, spesso perpetrate da persone legate alle vittime da rapporti di affetto e fiducia. Un monito chiaro: conoscere per riconoscere e per contrastare.
Tra i primi interventi, quello dell’assessore del Comune di Ferentino, Elena Cestra, che ha illustrato l’impegno delle istituzioni nel campo della prevenzione e del sostegno alle vittime. Cestra ha ricordato quanto la violenza domestica resti ancora oggi un fenomeno drammaticamente diffuso, sottolineando la necessità di una rete di protezione sempre più capillare sul territorio.
Un contributo fondamentale è arrivato dall’avvocato Emanuela Marcoccia, che ha approfondito le recenti novità introdotte dal Codice Rosso – la Legge 69/2019 – soffermandosi sulle numerose difficoltà che molte donne incontrano nel momento della denuncia. L’avvocato ha inoltre illustrato l’utilità dell’app 112 Where ARE YOU, uno strumento fondamentale per chiamate d’emergenza geolocalizzate che può fare la differenza nei momenti critici. A chiudere il suo intervento, una lettura tratta da Michela Murgia, che ha toccato il cuore dei presenti.
Particolarmente significativo l’intervento del presidente di Anteas Frosinone, Italo Riggi, che ha sottolineato la numerosa presenza maschile all’evento e l’importanza del ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza. Un gesto simbolico ha sigillato le sue parole: Riggi ha omaggiato l’opera di Noemi Bartolomucci con rose rosse, ribadendo l’impegno dell’associazione a proseguire questo percorso anche attraverso attività nelle scuole, dove si forma la coscienza delle nuove generazioni.
Giulia Marra, campionessa mondiale e istruttrice di Karate, ha portato la sua testimonianza evidenziando quanto sia necessario educare bambini e bambine al rispetto fin dalla più tenera età. Ha fatto esempi concreti di frasi comuni ma dannose che, apparentemente innocue, possono contribuire a radicare stereotipi di genere destinati a consolidarsi nel tempo.
Un momento di particolare intensità emotiva è stato regalato dalle poesie in dialetto lette da Angela Principali ed Enrica Pignatelli, che hanno dato voce allo sconcerto, al dolore e all’incomprensione che circondano la violenza, toccando corde profonde nell’animo del pubblico presente.
All’incontro ha partecipato anche l’Associazione Carabinieri “G. Catracchia”, rappresentata dal presidente D. Santia, a testimonianza di un impegno condiviso che attraversa diverse componenti della società civile.
La chiusura dell’evento ha avuto un forte valore simbolico: Gabriele Schietroma, in rappresentanza degli uomini, ha letto i nomi delle donne vittime di femminicidio nel 2024, un elenco drammatico che ha calato il silenzio nella sala. L’intervento finale della moderatrice ha poi coinvolto l’intera platea, che insieme ha fatto risuonare un forte e unanime “NO alla violenza”, simbolo di un impegno condiviso e di una volontà collettiva di cambiamento.
Come hanno ricordato gli organizzatori, il lavoro non si ferma qui. La lotta alla violenza di genere è quotidiana e richiede la partecipazione attiva di tutti, uomini e donne, istituzioni e associazioni, perché solo attraverso un impegno corale si può sperare di costruire una società davvero libera dalla violenza.




