A Roma, nel cuore del Parco Archeologico dell’Appia Antica, sono stati presentati al pubblico i risultati delle nuove indagini condotte nell’area delle cosiddette Terme dei Tritoni della Villa di Sette Bassi, uno dei complessi archeologici più affascinanti del suburbio sud-orientale della Capitale. L’appuntamento si è tenuto venerdì 5 dicembre davanti a un pubblico attento e numeroso, riunito per conoscere gli sviluppi di un progetto che unisce ricerca, tutela e valorizzazione grazie ai fondi del PNRR Caput Mundi.

All’evento erano presenti il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, il dirigente delegato Luana Toniolo, e, a seguire, il già direttore del Parco dell’Appia Antica e attuale Direttore del Parco Archeologico del Colosseo, Simone Quilici, insieme a Raffaella Giuliani, segretaria della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Una squadra di nomi di primo piano che testimonia l’importanza dell’intervento e l’interesse crescente verso questo straordinario sito archeologico.

Nel corso della presentazione, Luana Toniolo ha sottolineato come questi scavi aprano “un nuovo racconto della storia del settore sud-orientale del suburbio romano”, offrendo elementi fondamentali per comprendere l’evoluzione della villa, dalle strutture di età imperiale alle trasformazioni tardo-antiche. Il progetto prevede ora il restauro dell’imponente mosaico con thiasos marino, uno dei più estesi e meglio conservati della zona, oltre alla realizzazione di nuove coperture per garantirne la conservazione.
Anche il Direttore Generale Musei, Massimo Osanna, ha messo in evidenza la portata scientifica della scoperta: un complesso termale di età medio-imperiale trasformato, tra IV e V secolo, in un edificio cristiano dotato di un raffinato fonte battesimale. Una trasformazione che arricchisce significativamente la conoscenza della Campagna Romana tardoantica, dimostrando l’efficacia di una ricerca fondata su metodologie solide e competenze integrate.

Lo scavo è stato diretto da Stefano Roascio, archeologo responsabile della Villa di Sette Bassi, che con la sua équipe ha documentato in modo estensivo l’antico complesso termale risalente alla metà del II secolo d.C. Le terme conservano un articolato impianto musivo in tessere bianche e nere che si estende per circa 60 metri quadrati, raffigurando un corteo marino di sorprendente qualità artistica.
Il dato più rilevante riguarda però la nascita, tra IV e V secolo, di un vero e proprio edificio liturgico, dotato di un fonte battesimale con due fasi costruttive. La presenza di rivestimenti marmorei, di un probabile tiburio e di un avanzato sistema idraulico testimonia un livello costruttivo paragonabile alle fondazioni urbane coeve. Particolarmente significativo il ritrovamento di una fistula plumbea in pressione, indizio di un apparato tecnico complesso e non comune in contesti rurali.
Le indagini stanno inoltre approfondendo l’ipotesi che la chiesa battesimale potesse ospitare la sede di una diocesi suffraganea di Roma, denominata Subaugusta o Subaugustana, finora conosciuta soltanto tramite scarse fonti documentarie. Una prospettiva che apre nuovi scenari per lo studio della cristianizzazione della Campagna Romana.

La Villa di Sette Bassi, la cui imponenza emerge tra l’antica via Latina, l’acquedotto e le strutture rurali sopravvissute, conferma così il proprio ruolo centrale nella ricostruzione della storia archeologica della Capitale. Gli scavi, uniti al progetto di valorizzazione, stanno restituendo un sito vivo, capace di raccontare intrecci di storia, fede e architettura con un fascino che conquista studiosi e visitatori.
Per visitare l’area è necessario prenotare attraverso il portale Musei Italiani o l’App dedicata, oppure utilizzare il biglietto cumulativo settimanale o la Mia Appia Card, con accesso contingentato secondo le fasce orarie disponibili.




