Il mercato settimanale di Anagni al centro di un riassetto che sta facendo discutere operatori e cittadini. Con un’ordinanza sindacale pubblicata sul sito istituzionale del Comune, il sindaco Daniele Natalia ha disposto la sospensione del mercato in alcune aree strategiche del centro: Via degli Arci, Piazza degli Arci, Viale Regina Margherita e Piazza Marconi. Una decisione motivata dalla necessità di adeguarsi alla nuova viabilità cittadina e garantire maggiore sicurezza e ordine negli spazi urbani.
“Tutto il resto del mercato rimane invariato”, precisa il sindaco Natalia nella sua comunicazione ufficiale. “In particolare, gli operatori del settore alimentare e i produttori di produzione propria saranno trasferiti nella originaria ubicazione di Piazza Innocenzo III, occupando gli stallli già autorizzati”. Un ritorno alle origini che, secondo l’Amministrazione comunale, avrebbe già raccolto il consenso della maggior parte degli ambulanti.
Ma la realtà sul campo appare più articolata. Le associazioni sindacali rappresentate da Antonio Morini per Ambulanti oggi, Silvio Risi per la FIVA ConfCommercio e Gianni Apurinetti dell’AGSPA hanno infatti condotto una consultazione diretta tra gli operatori, rilevando posizioni differenziate a seconda del settore merceologico.
Se gli ambulanti del comparto alimentare di Via degli Arci e Piazza degli Arci hanno effettivamente espresso, a maggioranza, la volontà di accettare il ritorno in Piazza Innocenzo III con le stesse postazioni occupate in passato, diversa è la situazione per il settore non alimentare. Qui la stragrande maggioranza degli operatori ha avanzato una proposta alternativa che punta a mantenere la presenza nelle attuali zone, pur con sacrifici evidenti.
“La stragrande maggioranza è disposta a sacrificare parte del loro spazio assegnato, qualora potessero restare a Viale Regina Margherita, Piazza Marconi e Piazza degli Arci“, scrivono i rappresentanti sindacali nella loro risposta formale. La proposta prevede soluzioni specifiche per ogni area: occupare solamente il lato destro a salire di Viale Regina Margherita, restare invariati in Piazza degli Arci, e lasciare ampio spazio per il transito dei mezzi di soccorso in Piazza Marconi, con almeno quattro metri di carreggiata libera.
La questione si complica ulteriormente quando si entra nel dettaglio della circolazione veicolare. Durante un incontro informale con il delegato alle attività economiche e produttive Luigi Pietrucci, tenutosi sabato scorso in Piazza Cavour, i sindacalisti hanno appreso che l’area di Piazza Marconi sul lato sinistro dovrebbe restare libera per consentire la circolazione del traffico su Corso Vittorio Emanuele II. Una necessità che renderebbe impossibile sistemare tutti gli operatori anche con sacrifici e restrizioni, costringendo almeno tre banchi a trasferirsi sui posteggi liberi di Piazza degli Arci.
“Per continuare ad offrire il servizio di distribuzione delle merci su aree pubbliche ai consumatori di Anagni e paesi limitrofi, noi associazioni e gli operatori titolari di autorizzazione restiamo in attesa di una vostra comunicazione ufficiale“, concludono Morini, Risi e Apurinetti, sottolineando la necessità di sapere con certezza dove si dovrà esercitare l’attività.
Il sindaco Natalia, dal canto suo, ha assicurato che l’Amministrazione comunale sta già lavorando agli atti consequenziali necessari per completare lo spostamento “nel modo più ordinato e condiviso possibile”, ringraziando cittadini e operatori per la collaborazione dimostrata. Ha inoltre sottolineato che la maggior parte degli ambulanti ha riconosciuto il valore economico e sociale del mantenimento del mercato nel centro di Anagni.
Non è contento della situazione, il presidente dell’associazione “Ambulanti oggi”, Antonio Morini che inuna nota inviata al nostro giornale, scrive: “nel ricevere l’ordinanza di sospensione, non possiamo nascondere una profonda delusione, maturata fin dall’inizio, quasi che il destino di 25/26 operatori del settore NON ALIMENTARE fosse inevitabilmente subordinato alle scelte riservate al comparto alimentare.
Nel corso delle riunioni di martedì e giovedì u.s., sarebbe stato sufficiente liberare dai banchi Via degli Arci e Viale Regina Margherita, lato sinistro salendo. Successivamente, però, durante un incontro informale con il delegato al commercio, apprendiamo che la richiesta viene estesa anche a Piazza Marconi, lato sinistro salendo.
A quel punto, con senso di responsabilità, decidiamo di compiere ulteriori sacrifici: cinque operatori rinunciano alla metà dello spazio assegnato, mentre tutti gli altri accettano una riduzione delle superfici. Ci dichiariamo inoltre disponibili a una rotazione di tre banchi per volta in Piazza degli Arci, pur di restare nell’area di Porta Cerere. Nemmeno questa proposta, tuttavia, viene ritenuta accettabile.
L’Amministrazione continua infatti a insistere sulla necessità di sacrificare un posteggio ogni cinque operatori, imponendo il trasferimento in Via Onorato Capo e Piazza Innocenzo III, insieme agli operatori del settore alimentare. Solo in un secondo momento emerge che non sono state predisposte né la Delibera né la Determina, rendendo di fatto impossibile la pubblicazione del divieto di sosta su Via Onorato Capo.
È facile immaginare le conseguenze: inviare i banchi in quella zona e trovarli poi occupati dalle auto in sosta. Una gestione che appare quantomeno improvvisata, per usare un eufemismo.
Sorge dunque spontanea una domanda: perché non è stato chiesto per tempo al dirigente del SUAP di provvedere al trasferimento, emanando nei tempi dovuti la Determina dirigenziale e informando tutti gli operatori attraverso il canale istituzionale della PEC? Una procedura chiara e corretta avrebbe evitato disagi, incertezze e l’ennesimo sacrificio imposto sempre agli stessi.
La partita è ancora aperta. Tra esigenze di sicurezza, vincoli di viabilità e legittime richieste degli operatori che da anni animano le piazze cittadine, si cerca una soluzione che possa soddisfare tutte le parti in causa. Il mercato settimanale non è solo una questione commerciale, ma un presidio di socialità e tradizione che caratterizza la vita della città. Trovare il giusto equilibrio tra innovazione urbanistica e tutela delle attività produttive resta la sfida principale per l’Amministrazione e per chi rappresenta le categorie degli ambulanti.




