Roma – Il futuro dell’intelligenza artificiale in Europa si gioca su WhatsApp. Il 16 dicembre 2025, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha condotto un’importante audizione nell’ambito dell’indagine sulla decisione di Meta di escludere tutti gli assistenti di intelligenza artificiale dalla piattaforma di messaggistica, ad eccezione del proprio Meta AI. Una mossa che potrebbe ridisegnare gli equilibri competitivi del nascente mercato dell’IA generativa per i consumatori.
L’Autorità italiana ha reso noto di stare valutando l’adozione di misure cautelari nei confronti della società guidata da Mark Zuckerberg. L’audizione arriva a meno di due settimane dall’apertura di un procedimento parallelo da parte della Commissione europea, con la vicepresidente e commissaria Teresa Ribera che ha confermato pubblicamente come Bruxelles stia considerando l’eventuale ricorso a misure analoghe, che rappresenterebbero la seconda applicazione di tali poteri di emergenza nella recente storia antitrust europea.
Nel loro insieme, i due procedimenti stanno delineando uno dei primi e più rilevanti casi antitrust dell’era dell’intelligenza artificiale, con possibili effetti duraturi sull’innovazione, sulla concorrenza e sulla libertà di scelta degli utenti in Europa. Al centro dell’indagine vi è la questione cruciale: una piattaforma dominante può sfruttare il controllo di canali di comunicazione essenziali come WhatsApp per favorire i propri servizi di IA, limitando la concorrenza e orientando lo sviluppo di un mercato emergente prima che abbia la possibilità di consolidarsi?
La strategia progressiva dell’AGCM
L’Autorità italiana compie un passo ulteriore rispetto alla Commissione europea: non si limita a sanzionare condotte consolidate, ma interviene nella fase iniziale di un mercato, quello dei servizi di intelligenza artificiale generativa per consumatori, dove le posizioni competitive sono ancora in via di definizione. La sequenza dei provvedimenti, il primo del 22 luglio 2025 e il secondo del 25 novembre 2025, evidenzia una strategia investigativa progressiva: l’avvio dell’istruttoria A576 è stato dapprima fondato sulla contestazione di una pratica di tying consistente nella pre-installazione di Meta AI nell’applicazione WhatsApp, e successivamente ampliato per ricomprendere un’ulteriore fattispecie abusiva.
Il 15 ottobre 2025, Meta ha modificato le condizioni generali di contratto applicabili all’utilizzo della piattaforma WhatsApp da parte di imprese terze, introducendo un divieto esplicito e generalizzato per i fornitori di tecnologie di intelligenza artificiale. La clausola vieta agli “AI Providers” di accedere o utilizzare la piattaforma quando le tecnologie di IA costituiscono la funzionalità principale del servizio offerto, escludendo pertanto i chatbot generalisti mentre consente applicazioni in cui l’IA è meramente accessoria.
La combinazione delle due condotte delinea una strategia volta a sfruttare la posizione dominante di Meta nel mercato della messaggistica istantanea per acquisire un vantaggio indebito nel mercato nascente dell’intelligenza artificiale per consumatori, escludendo i concorrenti dall’accesso a oltre 37 milioni di utenti italiani e oltre 2 miliardi di utenti a livello globale.
L’intervento della Commissione europea
La vicepresidente della Commissione Teresa Ribera ha spiegato l’esigenza di intervenire rapidamente per prevenire qualsiasi possibile danno irreparabile alla concorrenza nel settore dell’IA. La commissaria ha insistito sulla necessità di garantire che i cittadini e le imprese europee possano beneficiare appieno di questa rivoluzione tecnologica e di agire per impedire che i grandi operatori digitali dominanti abusino del loro potere per estromettere i concorrenti innovativi.
L’indagine della Commissione europea, avviata ai primi di dicembre 2025, riguarderà l’Area economica europea ad eccezione dell’Italia, proprio per evitare sovrapposizioni con il procedimento in corso davanti all’AGCM. Il coordinamento tra le due autorità dimostra la determinazione europea a mantenere un mercato dell’intelligenza artificiale competitivo e aperto.
La conferenza stampa di Poke.com a Roma
A seguito della partecipazione all’audizione AGCM, The Interaction Company of California, azienda tecnologica statunitense e sviluppatrice di Poke.com, ha voluto convocare una conferenza stampa presso l’Associazione della Stampa Estera a Roma. L’evento, brillantemente moderato dal giornalista Aldo Torchiaro, ha rappresentato un momento cruciale per comprendere le implicazioni del caso Meta sull’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale.

Poke.com rappresenta una nuova generazione di assistenti di intelligenza artificiale messaging-first, progettati per operare direttamente all’interno dei canali di comunicazione quotidiani degli utenti, come WhatsApp, iMessage e SMS. A differenza delle tradizionali applicazioni di IA che richiedono interfacce separate, Poke si integra nelle piattaforme che le persone già utilizzano, apparendo come un semplice contatto aggiuntivo nella rubrica.
Nel corso dell’incontro, The Interaction Company of California ha illustrato perché il caso Meta non riguarda soltanto i soggetti direttamente coinvolti, ma l’intero ecosistema dell’intelligenza artificiale, dai nuovi operatori alle piattaforme consolidate. I giornalisti presenti hanno potuto comprendere perché sia l’AGCM sia la Commissione europea abbiano elevato la vicenda a questione di urgenza, come il caso si inserisca nel più ampio dibattito europeo su antitrust e regolazione dell’intelligenza artificiale e quali possano essere le conseguenze sull’assetto competitivo del settore IA nella sua fase iniziale.
I protagonisti della conferenza stampa
Alla conferenza hanno partecipato figure di primo piano nel panorama tecnologico e legale europeo. Marvin von Hagen, co-fondatore e CEO di The Interaction Company of California, ha guidato la presentazione. Originario di Essen, in Germania, il suo percorso accademico lo ha portato da Monaco (TUM e CDTM) alla Francia (Sciences Po Paris) e agli Stati Uniti (MIT). Prima di fondare Interaction, von Hagen ha co-fondato TUM Boring, dove ha reclutato e guidato un team di 65 persone, vincendo la SpaceX Boring Competition costruendo una fresa meccanica per gallerie da 22 tonnellate.

Al suo fianco, Claudia Dalmau Gomez, responsabile delle Operazioni e dell’area Legale presso The Interaction Company of California. Originaria di Valencia, in Spagna, il suo percorso accademico l’ha condotta da Londra, dove ha studiato legge, a Singapore, dove ha lavorato come tirocinante presso il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE). Successivamente si è trasferita a Monaco per conseguire un Master of Laws presso il CDTM ed è stata ricercatrice presso il Max Planck Institute for Innovation and Competition. Prima di entrare in Interaction, ha proseguito la sua attività di ricerca accademica alla Columbia University a New York.
Jeremie Jourdan, partner dello studio legale Geradin Partners a Bruxelles, ha portato la sua esperienza in diritto antitrust e regolazione tecnologica. Entrato nello studio nel settembre 2025, proveniente da un incarico come Director of Competition Law and Public Policy presso Schibsted Marketplaces/Vend, in precedenza è stato partner presso White & Case (2012-2023) e funzionario della Commissione europea (2010-2012). Jourdan è stato coinvolto in alcuni dei principali casi di applicazione dell’articolo 102 TFUE, come Servier e Broadcom, e più recentemente in procedimenti contro Apple e Google ai sensi del Digital Markets Act.
Infine, Simone Gambuto, avvocato specializzato in contenzioso antitrust, con focus su indagini davanti alla Commissione europea, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato italiana e sul private enforcement davanti ai tribunali italiani della concorrenza. Attualmente rappresenta clienti in tre importanti indagini in corso ai sensi dell’articolo 102 su pratiche escludenti. Dottore di ricerca e post-doc in Law & Economics, insegna Diritto della concorrenza francese e Antitrust Private Enforcement nel Master Droit International & Européen presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Lille (FLD), classificato tra i primi tre master in Europa per il diritto UE e della concorrenza. È equity partner presso Nunziante Magrone, primario studio legale italiano.
Un banco di prova per la regolazione dell’IA
L’indagine rappresenta un passaggio cruciale per la regolazione dell’intelligenza artificiale e per la concorrenza tra piattaforme digitali in Europa. Il procedimento cautelare potrebbe portare alla sospensione immediata delle nuove condizioni contrattuali e al blocco di ulteriori integrazioni di Meta AI fino alla conclusione dell’indagine. In un settore tecnologico così rapido, attendere la fine di un’istruttoria ordinaria potrebbe significare intervenire quando il mercato è ormai monopolizzato.
La posta in gioco è alta. Con WhatsApp utilizzato da circa il 90% degli italiani online e oltre 2 miliardi di utenti globali, le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane potrebbero determinare se il mercato dell’intelligenza artificiale europea sarà aperto e competitivo o dominato da pochi giganti tecnologici. La risposta a questa domanda plasmerà non solo il futuro dell’innovazione tecnologica in Europa, ma anche la libertà di scelta di centinaia di milioni di consumatori.
Interaction Company of California è un’azienda tecnologica con sede nella Bay Area, focalizzata sullo sviluppo di Poke.com, un assistente di intelligenza artificiale progettato per integrarsi in modo fluido nella comunicazione quotidiana. Fondata nel 2024, Interaction concentra il proprio lavoro nel rendere l’assistenza dell’IA naturale e senza sforzo, incorporandola direttamente nelle piattaforme che le persone già utilizzano. Incontrando gli utenti nei loro ambienti di messaggistica abituali, Interaction rende possibile un’assistenza basata sull’IA semplice, intuitiva e accessibile, che funziona in modo molto simile a una conversazione con un contatto fidato.




