Tempo di bilanci per la Operazione Recall, giunta alla decima edizione e svolta tra ottobre e dicembre in diversi ambiti territoriali della provincia di Roma. L’attività, condotta dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Roma con la collaborazione delle guardie volontarie venatorie della LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli, ha messo nel mirino una delle piaghe più insidiose per l’ambiente: la caccia illegale ai danni dell’avifauna migratoria.
I controlli si sono concentrati nelle aree notoriamente interessate dal passaggio di allodole e tordi, specie che nei mesi autunnali attraversano il Lazio lungo le rotte migratorie. Proprio in questo periodo, spiegano gli operatori, si intensificano le pratiche illecite basate sull’uso di richiami elettronici: dispositivi vietati che riproducono il canto degli uccelli attirandoli verso i bracconieri. Un meccanismo subdolo che non solo facilita l’abbattimento, ma altera le rotte migratorie e provoca gravi danni alla biodiversità.
Le conseguenze per i piccoli migratori sono spesso drammatiche. Attirati a terra dai potenti richiami e già provati dal lungo viaggio, molti uccelli non trovano le energie né il nutrimento necessari per riprendere il volo, andando incontro a morte per sfinimento e stenti. Un impatto silenzioso ma devastante sul patrimonio faunistico.
Il bilancio dell’operazione parla chiaro. Nel complesso sono 19 le persone denunciate, con 18 contestazioni per l’utilizzo di richiami vietati. A fare da cornice normativa è la Direttiva 2009/147/CE – Direttiva Uccelli, che vieta l’uso di registratori, e la Legge 157/92 sulla protezione della fauna e sul prelievo venatorio, che all’articolo 21 proibisce i richiami elettronici e all’articolo 30 prevede sanzioni penali fino a 1.549 euro.
Nel corso delle verifiche sono state inoltre elevate denunce per abbattimento di specie protette, per manipolazione di anelli di richiami vivi e, in un caso, per porto abusivo di arma da fuoco. I sequestri raccontano l’entità del fenomeno: 18 fucili con relativo munizionamento, 9 richiami illegali, una rete per uccellagione e 30 allodole utilizzate come richiami vivi. Recuperata anche fauna abbattuta illegalmente, tra cui allodole, tordi bottaccio, piccioni e merli.
Accanto ai profili penali, l’operazione ha portato alla notifica di 33 sanzioni amministrative, per un importo complessivo di circa 4.700 euro, legate a violazioni del tesserino venatorio, al mancato rispetto delle distanze, all’eccesso di carniere, alla circolazione fuoristrada e alla mancata raccolta dei bossoli.
A sottolineare l’importanza dei risultati è Andrea Benvenuti, coordinatore regionale della Vigilanza della LIPU, che evidenzia come la collaborazione con il Gruppo Carabinieri Forestale di Roma continui a dare frutti concreti. I numerosi reati contestati, spiega, dimostrano che la guardia non può essere abbassata e che un sistema di controlli capillare ed efficace resta la strada maestra per far rispettare le leggi e tutelare la fauna selvatica.
Dieci edizioni dopo, Operazione Recall si conferma così uno strumento fondamentale nella difesa dell’ambiente e nella lotta al bracconaggio, a tutela di un patrimonio naturale che appartiene a tutti.




