La Sentenza n. 188 della Corte Costituzionale, depositata in data odierna, rappresenta una svolta importante per i lavoratori italiani. Il massimo organo giudiziario ha infatti respinto le eccezioni sollevate dal Governo sulla normativa della Regione Puglia che istituisce un salario minimo garantito di 9 euro l’ora per tutti coloro che operano negli appalti pubblici e nelle concessioni affidate dalla Regione.
Una vittoria significativa, secondo Sinistra Italiana Anagni, PD circolo Anagni, Movimento 5 Stelle Anagni e Possibile Anagni, che sottolineano come il principio stabilito dalla Corte debba essere esteso e applicato anche a tutti gli altri enti pubblici che già hanno o che in futuro adotteranno normative analoghe.
La richiesta di garantire un salario minimo di 9€/h a tutti i dipendenti pubblici e a chi lavora su incarico del Comune di Anagni era già stata avanzata dai partiti locali a giugno di quest’anno, ma fino ad ora era rimasta inattuata. Alcuni esponenti della maggioranza avevano addirittura paventato possibili violazioni di legge.
La Corte Costituzionale, però, ha chiarito che l’applicazione di questo principio retributivo non lede alcun bene o interesse costituzionale nell’ambito delle procedure di evidenza pubblica, aprendo quindi la strada a una concreta possibilità di riforma anche a livello locale.
Di fronte a questa sentenza, i partiti sollecitano ora il Consiglio comunale di Anagni a farsi parte diligente, proponendo una delibera che stabilisca che chiunque lavori per il Comune o ottenga una concessione comunale o demaniale sul territorio debba garantire ai propri dipendenti uno stipendio minimo di 9 euro l’ora.
Un adeguamento necessario, sottolineano i firmatari del comunicato, per assicurare stabilità economica e dignità retributiva a tutti i lavoratori che operano per il Comune di Anagni, condizioni che al momento non sono garantite.




