di Giorgio Stirpe
Sono finiti gli aggettivi per descrivere il Frosinone e il suo cammino che non si arresta di fronte a nulla. La squadra di Alvini continua a dimostrare una compattezza e unità d’intenti fuori dal comune. Fattori che, uniti ad uno Stirpe sempre più pieno, stanno consentendo ai giallazzurri a dipingere, passo dopo passo, un’opera d’arte, dando colore ad una tela che per due anni è rimasta grigia e triste.
Alvini, per la sfida contro la pericolante Spezia, ha dovuto fare a meno di A. Oyono, partito per la Coppa d’Africa. Per il resto, in campo è scesa la formazione titolare: Palmisani tra i pali, davanti a lui Cittadini e Monterisi centrali, con Bracaglia e lo stesso Calvani (dirottato a destra) sulle fasce.
A centrocampo Calò e Cichella, con Koutsoupias qualche metro più avanti, in posizione di trequartista. Kvernadze e Ghedjemis a sostegno del riferimento avanzato centrale Raimondo.
La partenza senza timori reverenziali da parte dello Spezia ha avuto l’effetto di tenere sulla corda i calciatori del Frosinone. Donadoni non ha voluto iniziare in maniera guardinga ma ha chiesto ai suoi uomini di aggredire.
Un’arma a doppio taglio perché, dopo la traversa colpita dai liguri con Soleri (3’), i giallazzurri hanno preso in mano il controllo del gioco e, sfruttando l’incredibile vena da bomber di Bracaglia, sono passati in vantaggio al 16’, con il terzino sinistro della cantera frusinate, bravo a gettarsi come un rapace su un pallone, senza padroni, in area di rigore e scaraventarlo alle spalle del portiere Mascardi.
Per il giovane canarino si è trattato del quarto gol in campionato, bottino notevole per chi è abituato a stare più nelle retrovie che nell’area avversario.
Il vantaggio ha dato modo alla squadra di Alvini di poter sviluppare il proprio gioco sulla verticalità, uno degli aspetti in cui il Frosinone si è sempre trovato a proprio agio. Ghedjemis e Kvernadze hanno avuto le occasioni di sprigionare la velocità in contropiede e il georgiano è stato sfortunato nel colpire il palo al 25’.
Le aquile liguri, pur rischiando, hanno comunque provato a raddrizzare la partita, continuando a giocare a viso aperto. Il blocco difensivo del Frosinone, centrocampisti compresi, non è stato impeccabile e, in paio di circostanze, Palmisani è dovuto intervenire per dire di no ai tentativi avversari.
Stesso copione anche nel secondo tempo: ospiti alla ricerca del pareggio, ciociari attenti a non subire e pronti a ripartire in contropiede sfruttando gli spazi a disposizione. Atteggiamento tattico che ha aperto all’undici di Alvini, la strada del raddoppio più volte ma, o per imprecisione o per sfortuna (palo di Ghedjemis al 68’) o per via di un attento Mascardi, la contesa è rimasta aperta fino al 73’ quando, dopo l’ennesimo pallone recuperato, Calò ha illuminato e Ghedjemis, seppur con il suo piede debole, il destro, ha stavolta sì, trovato l’angolo lontano fulminando l’estremo difensore ligure.
Un raddoppio meritato e un punteggio finale che poteva essere ancora più largo se lo stesso Ghedjemis non avesse divorato almeno un paio di occasioni ghiotte. Ma va bene così. Il francese è il capocannoniere della squadra e, con sei reti fin qui segnate, si sta confermando l’attaccante più pericoloso.
In un pomeriggio che sembrava perfetto, non poteva mancare il brivido nel recupero causato dal gol (molto bello), messo a segno al 93’ da Beruatto, poco prima del triplice fischio che ha mandato in visibilio lo stadio Stirpe.
I giallazzurri potranno trascorrere un Natale sereno in famiglia ma senza staccare la spina. Il 27 dicembre, infatti, è in programma la sfida di Empoli, l’ultima del 2025.
LE PAROLE DEL TECNICO DEL FROSINONE MASSIMILIANO ALVINI
“Dall’altra parte c’era una squadra che lo scorso anno ha sfiorato la Serie A, dobbiamo dare però merito ai nostri calciatori per come l’ha voluta portare in fondo. Dovevamo evitare il gol per non riaprire la gara, ed è questo l’ulteriore step che dobbiamo fare. La vittoria è meritata, c’è il valore dell’avversario, ma dentro la partita abbiamo messo lo standard Frosinone, quello che vuole fare la partita e giocare in un certo modo. Pensiamo ora alla partita del 27 dicembre, passiamo un buon Natale e guardiamo all’Empoli. Nel quotidiano alleniamo l’identità che ha questa squadra, i ragazzi sanno adattarsi alle varie fasi della partita. Siamo un gruppo giovane, uno staff giovane, ma abbiamo un padre come il direttore Castagnini che ci aiuta a mantenere la barra dritta. Si apre il mercato a gennaio io e il mio staff abbiamo solo in testa il lavoro che dobbiamo fare, al mercato ci penseranno il DG, il DS e il Presidente, mi fido di loro, c’è grande sintonia e chiarezza”.
LE PAROLE DEL TECNICO DELLO SPEZIA ROBERTO DONADONI
“Mi piace guardare il bicchiere mezzo pieno, abbiamo creato occasioni dobbiamo stare più attenti a gestire certe situazioni. Nelle situazioni dove c’è da incidere, non abbiamo la cattiveria giusta per andare a far gol. Le occasioni ci sono state, non possiamo regalare nulla ma continuiamo a concedere occasioni agli avversari che poi ci puniscono. Raccogliamo i cocci, abbiamo l’ultima partita prima della sosta e non possiamo sbagliarla”.




