Quando si propone un ricorso al TAR contro un provvedimento come quello sul biodigestore, per la sentenza finale sono purtroppo previsti, di norma, tempi molto molto lunghi, di media dai tre ai cinque anni.
In controversie su materie delicate come la salute e l’ambiente le lungaggini processuali potrebbero comportare quindi un pregiudizio alla collettività, specie in casi come il nostro, dove la procedura ha subito una accelerazione con la convocazione della conferenza di servizi per l’autorizzazione finale (A.I.A.), a cui tra l’altro non abbiamo potuto partecipare per la mancata pubblicazione degli avvisi sul sito della Regione a causa del noto attacco hacker.
Alla luce di quanto sopra, il NO BIODIGESTORE ANAGNI nel suo ricorso al TAR, notificato l’8 settembre insieme a Legambiente Lazio, ha dunque ritenuto doveroso formulare all’organo giudiziario una istanza motivata di sospensione cautelativa dell’efficacia del provvedimento impugnato (la V.I.A. del 10 giugno) fino alla sentenza definitiva.
Tale richiesta è stata puntualmente recepita dal TAR del Lazio Sezione di Roma con la fissazione di una udienza urgente di discussione in camera di consiglio per il prossimo 12 ottobre, alla quale parteciperanno i nostri avvocati Colagrande, Mammone e Mari a tutela dei diritti e delle ragioni degli anagnini, come rappresentati dalle associazioni e dai cittadini del NO BIODIGESTORE ANAGNI.
Pertanto, l’oggetto della discussione del 12 ottobre sarà la decisione di sospendere o meno la V.I.A sul biodigestore di Anagni fino alla sentenza finale che il TAR emetterà comunque nei tempi ordinari.
nota stampa a cura del comitato “NO BIODIGESTORE ANAGNI”