Dai responsabili del Polo Civico, presieduto ad Anagni dal dott. Antonio Di Giulio, riceviamo la seguente nota che di seguito riportiamo integralmente e senza modifica alcuna:
Sul cambio di rotta dell’amministrazione comunale circa il progetto del biodigestore, il gruppo politico Polo Civico, facendosi portavoce delle istanze dei consociati che rappresenta, chiede al primo cittadino e alla sua maggioranza ulteriori e approfondite delucidazioni circa le ragioni che sottendono ad una retromarcia che oggi appare conveniente e scontata.
Le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco, all’esito della conferenza stampa indetta nella giornata di ieri, appaiono come una strategia per ovviare ad un “cul-de-sac” e l’unica soluzione possibile per salvare il salvabile e quella risibile credibilità politica.
Difatti, si è affermato il No prevalentemente rievocando la memoria del passato, le responsabilità reali, le accuse, come se i cittadini non fossero in grado di individuare attraverso una ricostruzione documentale le forze politiche coinvolte nel caso, e solo da ultimo il rispetto della volontà popolare e la garanzia della qualità della loro vita.
Se l’Amministrazione avesse avuto a cuore il bene della città, fin da subito avrebbe dovuto ascoltare il grido disperato dei consociati, delle associazioni ambientaliste e dei medici, dei comitati ad hoc che in poco tempo si sono costituiti, del vescovo, dei comuni limitrofi, tutti accumunati dall’unico scopo di contrastare il progetto del biodigestore con ogni mezzo possibile, sia con ricorsi all’autorità giudiziaria preposta, sia con manifestazioni, sia con la raccolta di firme necessarie per chiedere il consiglio comunale, nonché con altri eventi finalizzati a perorare la causa. Il Sindaco, invece, ha ostinatamente perseguito la strada “…dell’economia circolare e dell’essere in grado di gestire in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti del nostro territorio”, rimarcando che chi avesse sostenuto il contrario sarebbe stato in malafede.
E allora viene spontaneo chiedersi se l’attuale No sia frutto di una scelta di comodo, riparatoria della propria immagine pubblica e quindi obbligata, visto l’eco mediatico riscontrato, anche perché oggettivamente non è stata suffragata da motivazioni plausibili e meritevoli tanto da essere condivise.
Auspichiamo, quindi, ulteriori spiegazioni dal Sindaco in tempi brevi circa questa inversione di marcia, perché i cittadini meritano la verità, considerato che qui c’è in ballo non solo la problematica del danno ambientale, ma anche quella prioritaria della salute pubblica.