Il ricorso dei Comitati e delle Associazioni che si sono opposte alla autorizzazione di un processo definito come “recupero delle ceneri“ è stato respinto dal Tar e l’ufficio stampa della società Saxa Gres ha commentato in alcuni passi tale decisione. Commenti che per la loro inesattezza necessitano di un chiarimento.
Anzitutto, e i cittadini devono saperlo, la vicenda “assolutamente infondata“ non si chiude qui in quanto la sentenza non è definitiva e sussistono concreti elementi per un successivo ricorso al Consiglio di Stato.
Il ricorso respinto non è affatto pretestuoso, in quanto il progetto approvato riguarda l’utilizzazione di rifiuti pericolosi (ceneri derivate dalla combustione dei rifiuti nei termovalorizzatori, classificate come pericolose) nella miscela di mattonelle prodotte e vendute su larga scala. Attesa l’eterogeneità delle sostanze contenute in tali ceneri, non è affatto pretestuoso richiedere una verifica su una valutazione di impatto ambientale positiva rilasciata dalla Regione Lazio (ing. Tosini, responsabile del procedimento).
E’ una singolare autorizzazione quella concessa dalla Regione Lazio, unica in Italia e unica in Europa, che è motivo di preoccupazione per le conseguenze sulla salute nel processare, senza una totale garanzia di sicurezza, materiali pericolosi e tossici quali le ceneri alcaline degli inceneritori.
Il TAR non è ancora mai entrato nel merito della questione e delle eccezioni proposte dalle associazioni, ritenendo di non doverle valutare in quanto le associazioni non hanno impugnato anche l’autorizzazione. Trattandosi di normativa di derivazione comunitaria, tale interpretazione dovrebbe essere però supportata da un’interpretazione della Corte di Giustizia Europea e non lo è.
Le Associazioni sono ben lontane dal voler un clima di scontro: vogliono solo avere garanzie effettive per la popolazione, per i lavoratori e per l’ambiente. Non da ultimo il richiamo della Azienda sui suoi progetti, Ceneri e Biodigestore che dovrebbero assicurare competitività, sui costi dei materiali (ceneri) e sui costi energetici (gas da biodigestione) che evidenziano con chiarezza il collegamento tra Saxa Gres e il mega impianto di Biodigestore previsto nel territorio di Anagni, contro il quale la battaglia è in pieno svolgimento.
Le esternazioni infastidite di Saxa Gres sono comprensibili, ma è anche chiaro che chi introduce una produzione nuova non può pretendere che nessuno chieda di vederci chiaro e chieda l’applicazione del principio di precauzione.
Il ricatto dei posti di lavoro è una costante degli ultimi anni. Tuttavia se chi produce è davvero convinto della sostenibilità ambientale e della sicurezza della produzione e del prodotto finale, dovrebbe cogliere l’occasione per confrontarsi con tecnici terzi e non invocare la lesa maestà.
Noi continueremo ad esserci e andremo avanti su tutte e due le questioni: il possibile Appello al Consiglio di Stato e l’ attuale ricorso al Tar contro l’ autorizzazione della Regione all’ impianto di Biodigestione per lo smaltimento di 84.000 ton. annue di Rifiuti Urbani ( Rifiuti domestici e assimilabili, prodotti da attività commerciali e industriali. Nonché dalle Istituzioni) Inclusi i rifiuti della Raccolta differenziata .
Pag. 43 della Determinazione Regionale n.G07071 del 10/06/21.
Noi andiamo avanti per venirne a capo e perché vogliamo sapere!
nota stampa a cura del COORDINAMENTO AMBIENTE DI ANAGNI E COLLEFERRO; LE ASSOCIAZIONI: ANAGNI VIVA, COMITATO RESIDENTI COLLEFERRO, DIRITTO ALLA SALUTE, RETUVASA,
PER SOSTENERE LE SPESE DI CUI IL COORDINAMENTO DELL’AMBIENTE DI ANAGNI-COLLEFERRO SI E’ FATTO CARICO, GIÀ DA DIVERSO TEMPO, PER IL RICORSO AL TAR CONTRO LA REALIZZAZIONE DEL MEGA BIODIGESTORE, I CONTRIBUTI POSSONO ESSERE VERSATI SULL’ IBAN N. IT 96 X08 344 7429 000000 184 8050 INTESTATO ALL’ASSOCIAZIONE ANAGNI VIVA, PRESSO BANCANAGNI, CON CAUSALE : NO AL BIODIGESTORE.