Il muro alzato dalle Istituzioni sulla reale condizione di funzionalità della ASL RM5 sembra diventato insormontabile.
A fronte di eclatanti manifestazioni pubbliche con presentazione di nuove strutture ospedaliere e diagnostiche da parte dei massimi esponenti politici della Regione Lazio, del Direttore generale della ASL RM5 e dei Sindaci del comprensorio, dobbiamo a tutt’oggi constatare che per il cittadino non è cambiato molto. Gli sono state promesse grandi cose, ma poche hanno visto reale attuazione.
Basti andare al Pronto soccorso dell’ospedale di Colleferro per accorgersi che perdura, nonostante le frequenti proteste e pressioni esercitate per sensibilizzare gli Amministratori, un grave stato critico, mitigato solo dall’abnegazione del poco personale che vi opera in condizioni molto difficili, ma che non basta a rispondere alle quotidiane richieste della popolazione che ad esso afferisce.
Non dimentichiamo che la chiusura di alcuni ospedali, tra cui Anagni, e la differenziazione dell’ospedale di Palestrina, hanno causato un afflusso abnorme verso quello di Colleferro.
La stessa potenzialità del reparto di radiologia, pubblicizzato a gran voce, ammodernato con macchinari di eccellenza, ci risulta operi a velocità troppo ridotta per generare benefici, probabilmente per carenza di personale specializzato.
I reparti operativi sappiamo essere sottodimensionati dal punto di vista dell’organico e forse le potenzialità diagnostiche diminuiranno ancora per una paventata chiusura della endoscopia digestiva.
Al drammatico quadro va aggiunta la carente Medicina territoriale, di cui sono evidenti e palpabili le difficoltà, che stenta a normalizzarsi; non siamo a conoscenza di intenzioni di servizi ambulatoriali e di assistenza domiciliare.
Come comitato chiediamo nuovamente, ma fermamente, di essere portati a conoscenza dei programmi “veri ed effettivi”, attuali e futuri, che si intendono realizzare per salvaguardare la salute dei cittadini della ASL RM5.
Chiediamo trasparenza nella programmazione gestionale e, qualora lo si volesse, offriamo collaborazione e il nostro contributo, come veri testimoni delle realtà locali.
Tuttavia, qualora dovesse perdurare il silenzio degli Amministratori, continueremo a denunciare a mezzo stampa tutto ciò che a noi utenti “sembri” anomalo e deleterio nei servizi ed a pretendere che siano garantiti i livelli essenziali di assistenza.
articolo a cura di Gabriella Collacchi, Portavoce e Ina Camilli, Coordinatore del Comitato libero “A difesa dell’ospedale di Colleferro” – Coordinamento territoriale