Dieci mascherine scolpite nel marmo che, una volta vendute, serviranno a finanziare l’operato dell’Agenzia delle Nazioni Unite specializzata nella gestione dei rifugiati per sostenere l’attività di approvvigionamento di scorte salvavita a favore delle persone meno privilegiate del pianeta.
A realizzarle, l’artista Athar Jaber il quale ha creato una serie limitata composta da 10 sculture in marmo bianco di Carrara, rappresentanti ognuna un dispositivo di protezione; la lodevole iniziativa ha visto la partecipazione di un’altra giovane artista, Sara Terpino, anche conosciuta con il nome d’arte Luthien: Sara, di origini ciociare, dopo essersi laureata all’Accademia di Belle Arti di Frosinone con il massimo dei voti, attualmente vive ad Anversa (Belgio) e collabora con Athar Jaber.
Ovviamente le mascherine di Jaber non hanno di per sé la proprietà di proteggere dal rischio del contagio, ma possono contribuire a farlo attraverso il loro acquisto. Perché sebbene ci sembri scontato avere la possibilità di stare chiusi in casa, non dobbiamo dimenticare che c’è chi non ha una casa, non ha il lusso di poter proteggere sé stesso o la sua famiglia e non può praticare nemmeno il distanziamento sociale. Sono circa 70 milioni le persone nel mondo costrette nei campi profughi, affollati e inermi difronte all’incombere della pandemia. Scenario di un’emergenza che si fa ancora più drammatica se si pensa all’impatto e alle ricadute che potrebbe avere su migranti e apolidi.
Se si desidera acquistare una delle sculture e contribuire alla lotta contro il coronavirus, si può contattare direttamente l’artista all’indirizzo mail@atharjaber.com. Il loro prezzo di partenza è di 1000 euro. Ogni volta che una maschera viene venduta, diminuendone la disponibilità, il prezzo aumenta di volta in volta.