Un magnifico esemplare di Natrice dal collare (Natrix helvetica), biscia innocua e non mordace per l’uomo, è stato tratto in salvo dai volontari dell’Accademia Kronos di Piglio, capitanati dal com. Armando Bruni; il rettile è stato rinvenuto all’interno della filiale di Serrone della Banca di Credito Cooperativo di Paliano dagli stessi impiegati che, subito, hanno avvisato i volontari dell’Accademia.
Un incontro ravvicinato, quello avuto dagli impiegati e dagli avventori della filiale, con un animale comune e innocuo. Un colubro che, per nutrirsi, cattura rospi, altri rettili più piccoli, girini e altri piccoli animali. Un serpente non velenoso né, dicevamo, mordace ma la cui vista genera comunque un po’ di apprensione, soprattutto in virtù della (vaga) somiglianza con un altro rettile, ben più pericoloso ma anch’esso protetto dalla Legge: la Vipera.
In realtà, come tutti i serpenti inoffensivi italiani, la Natrice dal collare (il cui nome scientifico è Natrix helvetica), a differenza della Vipera, possiede la pupilla rotonda. Il capo non si distacca molto dal tronco e la parte superiore del corpo e possiede grandi scaglie. Il colore di fondo varia dal grigio chiaro al nero. I segni maggiormente caratteristici delle natrici dal collare sono le macchie – nella maggior parte di casi di colore giallo – aventi una forma a cornetto dietro la testa, contrastate da un secondo cornetto di colore nero. Questo collare, che ha dato il nome alla specie, in certi casi è poco marcato o assente, in particolare negli individui melanici. La specie N. helvetica si differenzia da N. natrix per la presenza di un disegno composto da spesse barre verticali nerastre su entrambi i fianchi, mentre che in N. natrix queste bande sono più sottili e talvolta anche assente. La macchia nera del collare è generalmente più marcata in N. helvetica rispetto a N. natrix.
In N. helvetica i maschi possono raggiungere raramente il metro di lunghezza e le femmine possono misurare fino a 140 cm, mentre N. natrix é un poco più piccola.