La Federlazio, ha monitorato costantemente lo stato di salute delle PMI in questi due anni, segnati dalla crisi generata dalla pandemia. Dall’indagine condotta tra gennaio e febbraio del 2022, e quindi prima dello scoppio del conflitto russo-ucraino, è emerso che malgrado una serie di incertezze connesse ai forti rincari dei prodotti energetici e alle difficoltà crescenti nel reperimento di materie prime e semilavorati, gli imprenditori hanno espresso una considerevole fiducia nell’opportunità di consolidare la crescita raggiunta nel 2021.
Rispetto all’anno precedente, totalmente sfavorevole, gli indicatori dimostrano che nel 2021 vi è stata una crescita superiore alle attese. Gli sforzi diffusi sono stati di grande impatto e i risultati ottenuti hanno consentito il recupero delle attività.
Purtroppo con la guerra nel cuore dell’Europa lo scenario complessivo è dominato da pesanti tensioni e preoccupazioni. Gli effetti sono fortemente diseguali tra zone e settori, certo in base alle dipendenze da gas, petrolio e altre commodity e in generale, alle connessioni produttive e finanziarie con i paesi direttamente coinvolti nel conflitto.
Al momento l’analisi dell’impatto sulle attività economiche mostra progressive complessità, per via di un quadro in continua evoluzione, ponendo senz’altro in discussione l’equilibrio e le prospettive di rilancio del nostro sistema economico.
Per avere una misurazione attualizzata dell’andamento dell’economia e degli effetti sul sistema imprenditoriale al protrarsi dello stato di guerra, abbiamo realizzato un instant survey, raccogliendo dati a confronto ad un campione qualificato di imprenditori.
Tutti i valori positivi riferiti alle attività d’impresa sono risultati in deciso ribasso, soprattutto per le aziende che operano sui mercati internazionali.
Alla luce di ciò possiamo stimare che i saldi di opinione relativi al fatturato si siano ridotti tra il 10 e il 15%, ed una contrazione fino al 20% degli indicatori di produzione e ordinativi.
Gli imprenditori in questo periodo continuano a lamentare una grave difficoltà a reperire personale generico e qualificato, fenomeno questo che sta assumendo contorni sempre più netti, evidenziando asimmetrie tra indirizzi formativi e mercato del lavoro.
Dobbiamo tenere conto che anche tra gli imprenditori del frusinate, continuano ad emergere gravi preoccupazioni generate dall’aumento dei costi energetici, ulteriormente cresciuti a seguito degli eventi bellici. Si conferma come vera e propria emergenza il bisogno di adottare misure dirette per contrastare gli effetti del caro energia. Oltre a ciò, sebbene scongiurata da tempo, diventa di estrema urgenza affrontare la riduzione generalizzata delle tasse sul lavoro.
Alla luce di questa nuova situazione, le valutazioni invece sui possibili impatti del PNRR restano alte. Gli imprenditori attendono ricadute positive dai progetti contenuti nel Piano, che produrrebbero benefici diretti sull’attività delle proprie imprese.
Dichiarazione del Presidente di Federlazio Frosinone, Nino Polito
“Il tessuto imprenditoriale del frusinate ha saputo fronteggiare la crisi pandemica e ciò è testimoniato dagli andamenti favorevoli registrati nell’anno 2021.
È ovvio che il nuovo senario fortemente condizionato dalla guerra, risulta complesso, con una fase dell’economia attuale che presenta segnali di forte ridimensionamento per il 2022 rispetto all’anno precedente.
Siamo dinnanzi alla necessità essenziale di spingere ulteriormente nella transizione digitale ed in quella energetica, rivedendo gli obiettivi da raggiungere e accelerando lo sviluppo di modelli economici sostenibili. Per far ciò è necessario che i soggetti pubblici ‘sostengano’ le imprese in questo passaggio fondamentale per la loro sopravvivenza”
Dichiarazione del Direttore di Federlazio Frosinone, Massimiliano Iannucci
“Solo alcuni mesi fa avevamo acclamato il 2021 come l’anno della ripresa, una sfida da non poco conto raggiunta. Si parlava non di un semplice rimbalzo, ma di una vera e propria fase di espansione in grado di gettare le basi per una crescita stabile e duratura. Il conflitto in Ucraina peggiora la situazione generale, innestandosi su un quadro già reso difficile dal perdurare della pandemia e dalle anomalie sui rincari di varie commodity. La guerra sta amplificando tali complessità, alimentando incertezze, mentre le aziende avrebbero bisogno di un quadro di riferimento stabile, certo”.